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Melito-Mugnano: le rotonde della droga del napoletano

Melito e Mugnano, le rotonde della droga del napoletano.

È  quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni  collaboratori di giustizia. Le rotonde vengono utizzate come veri e proprio crocevia della droga.  È una zona, quella dei crocevia della droga, che –stando ad alcuni verbali- in passato era gestita dalla Masseria Cardone e che oggi è gestita dagli Amato-Pagano. Luigi Secondo -uno dei collaboratori di giustizia- nel 2010 racconta di una proposta fatta al cognato consistente nell’acquisto della marijuana proveniente dalla 167 per la fornitura delle piazze. La marijuana la avrei acquistata da Massimo –si legge nei verbali- e il mio guadagno sarebbe consistito nella rivendita della merce. Luigi Secondo spiega di essersi rivolto a tale Massimo e che questo accettò la sua proposta. L’accordo consisteva nel comprare da Massimo tutto il carico necessario per la fornitura delle piazze -100/150 kg ogni 15 giorni-. Di Massimo parla anche un altro collaboratore di giustizia, Luca Menna che spiega in cosa consisteva, nel dettaglio, l’accordo. La merce veniva comprata da Massimo e questo, la vendeva a 4 punti in meno rispetto al vecchio prezzo, vale a dire 5.600 euro al kg invece di 6mila. La differenza sarebbe stato il guadagno dei gestori delle rotonde della droga, vale a dire 400 euro moltiplicati per  300 kg di droga per ogni mese. Un introito di circa 120mila euro mensili. Ma a menzionare le rotonde della droga è anche un altro collaboratore di giustizia,  Fabio Vitagliano che nel novembre 2013 spiega la gestione della piazza Rotonda di Melito e fa i nomi dei gestori.

Prima che se ne impadronissero gli Amato-Pagano, era gestita in parti uguali da fratelli. La persona che porta la marijuana e che la custodisce, si chiama Peppe. Questo percepisce uno stipendio di 2.700 euro al mese. Insieme ad un altro la smista per qualità migliore. La droga –racconta ancora il Vitagliano– veniva custodita dietro la concessionaria ubicata a ridosso della rotonda.  Non so di preciso dove venisse nascosta la droga, Peppe non ne parlava con nessuno ma, quando arrivava, la merce, le buste in cui era contenuta erano fredde.