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Mentana ritira la querela a Grillo

“Anche in queste 24 ore – scrive ancora il direttore del Tg La7 – ho avuto a cuore che le notizie politiche del mio Tg fossero sine ira et studio nei confronti di tutti, come è sempre stato. So che si scriverà che Grillo ha avuto paura della querela, che io ho avuto paura di perdere i telespettatori grillini, etc. Chissene, per quel che mi riguarda”.

Mentana chiarisce anche la sua posizione sulle “giurie popolari” proposte da Grillo per valutare la veridicità delle notizie, che “ai più ilari ricordano il festival di Sanremo, ai più preoccupati la Cina della Rivoluzione Culturale. Per me è solo un’idea sballata, concettualmente e fattualmente: anche il M5S ha scelto uomini suoi, e non, quando si è trattato di indicare la guida della commissione parlamentare di Vigilanza o un consigliere di amministrazione Rai, seguendo criteri di competenza. Nessuno ha diritto a essere legibus solutus, ma gli organismi di garanzia non possono mai essere tribunali del popolo”.

“Un ultimo pensiero per i dettaglianti del veleno via web: la tonnellata di tweet infamanti (nelle intenzioni) sono riusciti a isolare, al di là degli insulti a prescindere, solo tre gravi macchie. Il 77esimo posto dell’Italia, la cui responsabilità grava evidentemente sulle mie spalle. Un vecchio tweet di Enrico Letta, che avrei avuto l’incoerenza di non querelare. E il fatto che il primo dei miei quattro figli (29 anni) è iscritto al Pd. Prove schiaccianti, direi. Come simulazione di giuria popolare poteva andare peggio”, conclude Mentana.

(Orl/AdnKronos)