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Il Movimento 5 Stelle come una setta?

«Il Movimento 5 stelle è pericoloso per la democrazia. Mi sono disiscritta dopo sette anni, non voglio esser complice di quella che potrebbe diventare una dittatura, se i grillini andassero al governo».

Sul settimanale Oggi è stata pubblicata una particolare intervista fatta da Mauro Suttora ad una storica ex-attivista M5S, Paola Bernetti.
La Bernetti è risultata, alle primarie per il Senato del M5S, la più votata tra Milano e provincia senza però, grazie a trucchetti e sotterfugi, aver avuto mai la possibilità di metter piede in Parlamento.

L’intervistata inizia dicendo che con i 5 Stelle è stato «Amore a prima vista, colpo di fulmine, ero cieca.», inoltre non dava troppa importanza alla poca e mal gestita democrazia interna, infatti, convinta sostenitrice accettava l’autoritarismo dei vertici:

«Vedevo in Grillo un padre padrone. […] Alle prime espulsioni lo giustificai ancora: era giusto cacciare chi danneggiava la nostra immagine. Non mi sfiorava l’idea di essere vittima di una setta, e che io stessa ero diventata un’adepta».

Ma dopo l’entusiasmo iniziale, già nel 2012, la mancata senatrice inizia a ricredersi sulla poca coerenza (vedi le diverse posizioni adottate sulle presenze in TV, i dati non pervenuti sulla votazione on-line delle “parlamentarie” e le espulsioni lampo) professata dal Movimento.

Concludendo l’intervista con un freddo:

«Non li voterò più: sono diventati un partito demagogico».