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Raggi e Sala, ovvero lo schifoso lecchinismo dei media e lo squadrismo verso i 5 stelle

Sarà capitato anche a voi in questi giorni di pensare a Virginia Raggi, oramai solo il nome sottintende una serie di input più o meno decifrabili che i mezzi di dis-informazione di massa stanno sparando da mesi a reti unificate. Ne dico giusto una per rendere l’idea: mia nonna che ha una certa età ed i suoi acciacchi, è convinta che sua nipote non sia io, bensì Virginia Raggi… Quell’immagine le è stata sparata così tante volte nel cervello, al punto da farle credere che il Sindaco di Roma sia una di famiglia. Un martellamento mediatico che senza alcun dubbio va ad elencarsi sotto la voce “squadrismo”, tutti contro uno. Tutti i giornali contro una sola persona: Virginia Raggi. Il paradosso è che un po’ più su, a Milano, c’è un Sindaco, l’unico che il PD è riuscito a strappare a questa tornata, che sta davvero pestando una merda dietro l’altra, ma misteriosamente nessuno ne parla.

Tanto per cominciare, ancora prima di diventare Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, era indagato per aver mentito ai cittadini in una autocertificazione fatta nel febbraio 2015, quando ricopriva il ruolo di amministratore delegato di Expo. Il buon Sala, aveva “dimenticato” di possedere una società in Italia (la Kenergy), un’immobiliare in Romania ed una casetta in Svizzera… Ma non finisce qua, perchè Sala ha nominato come assessore al Bilancio un suo socio d’affari, un tale Tasca – tralascio per questioni di signorilità ogni battuta del caso. Ebbene, il Tasca ha delle quote in quella famosa Kenergy che lo stesso Sala aveva “dimenticato” di dichiarare. Poi nomina come Segretario Generale Antonella Petrocelli, imputata per reati contro la Pubblica Amministrazione, salvo farla dimettere dopo 5 giorni. Ovviamente la lista è lunga ma non mi va di infierire, indi non vado avanti, immaginando che sia palese che i nostri giornali alcune notizie le nascondono (vi sfido a dirmi che sapevate ciò che ho appena scritto su Sala) mentre ad altre danno una rilevanza assoluta.

Il motivo è chiaro a tutti: il Movimento 5 Stelle è il loro nemico. È il nemico del sistema di potere che partiti e giornali hanno costruito di comune accordo nel nostro Paese, per fare in modo che i primi lucrassero in silenzio e che i secondi lucrassero grazie al silenzio. Stampa e politica vanno quindi di pari passo, o meglio i giornalisti italiani (quelli che hanno il barbaro coraggio di definirsi tali) leccano il culo ai politici, passo dopo passo.

In un contesto del genere la libertà di stampa è una vera e propria utopia, non a caso, in questa classifica, ricopriamo il 77° posto nel mondo e in Europa abbiamo dietro solo Cipro, Grecia e Bulgaria. Ma sono certa che questi ultimi giorni stiano determinando, in maniera netta ed inconfutabile, la volontà di farci sorpassare anche da loro.

Insomma, siamo il Paese del lecchinismo mediatico, un Paese dove non si risponde ai propri lettori ma agli elettori del potente di turno; un Paese dove la gara tra i giornalisti non si svolge a chi trova per primo lo scoop, ma a chi lo insabbia meglio.

PS. Per chi non lo sapesse, quello in foto accanto alla Raggi è Giuseppe Sala