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Referendum: Bersani, l’Italicum cambia? Chiacchiere

“È un anno che l’Italia mangia solo pane e riforme, ora basta”. Così Pier Luigi Bersani, intervistato dal Corriere della Sera, si prepara ad ufficializzare il suo No al referendum: “Renzi proverà a stanarmi con una proposta sull’Italicum? Chiacchiere. Lo riteneva ottimo e perfetto, tanto che lo approvò con la fiducia. E ora non mi venga a dire che darà l’incarico a Zanda e Rosato di trovare un sistema migliore. Non mi si può raccontare che gli asini volano. Vediamo in direzione, ma io non mi aspetto nulla”. “In un anno e mezzo non ho mai avuto occasione di discutere di riforme nel partito”, afferma Bersani. “Sono stato trattato come un rottame. Non ho ragioni per difendere D’Alema, ma deve esserci un limite a questa cosa volgare del vecchio e nuovo, che riguarda le idee e i protagonisti di una stagione. Nell’Ulivo c’erano anche idiosincrasie e liti furibonde, ma perbacco c’era una cosa da tenere assieme e c’era il rispetto”. “Quando questo Lotti dice a D’Alema che è accecato dall’odio per una poltroncina va fuori dal seminato. C’è un limite, perché se sei dove sei c’è sempre qualcuno che ti ci ha portato”. Perché Renzi riconoscesse “l’errore” della personalizzazione del referendum “c’è voluto Jim Messina“, dice, ma Jim Bettola (Bersani cita il suo paese di origine, ndr) glielo va dicendo da mesi gratis”, “tu che sei il premier non puoi dire al mondo che il tuo Paese è davanti al giudizio di Dio, sull’orlo di un abisso, perché così dai adito a tutte le speculazioni. Perché alzi la posta sulla Costituzione? È un precedente gravissimo”. La riforma da sola non cambia la forma di governo, precisa Bersani. “Ma in combinazione con la legge elettorale la cambia radicalmente. Si va verso il governo di un capo, che nomina sostanzialmente un Parlamento che decide tutto, anche con il 25% dei voti”. “Nella legge elettorale bisogna metterci dentro un po’ di proporzionale, invece che prendere tutta altra strada per sapere alla sera del voto chi comanda”.