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Roma: caos Campidoglio mina M5S, a rischio sopravvivenza direttorio

Doveva traghettare il M5S a Palazzo Chigi, ma il Campidoglio rischia di trasformarsi nel ‘cavallo di Troia’ del Movimento. Dopo la crisi senza precedenti che ha indotto Beppe Grillo a precipitarsi a Roma, non si placano le polemiche fuori e dentro il Movimento. Con il direttorio completamente spaccato, tra le cause la mail indirizzata a Luigi Di Maio da Paola Taverna e non condivisa con tutti gli altri. Un ‘mail-gate’ che sembra aver prodotto una frattura difficilmente sanabile tra i membri dell’organismo voluto da Grillo e Casaleggio. Da un lato Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, inseparabili nonostante la presunta rivalità tra i due, dall’altro Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia, profondamente scottati dalla vicenda capitolina. Ogni giorno la sua pena, per il M5S. Oggi a rinfocolare la polemica il post di fuoco di Roberta Lombardi, lunedì scorso a Milano per un incontro con Davide Casaleggio. La ‘pasionaria’ del Movimento, dopo settimane di silenzio, spara a zero contro l’ex capo di gabinetto Raffaele Marra e chiede alla sindaca di tirare fuori dai cassetti il parere dell’Anac sui suoi due fedelissimi, Marra e Salvatore Romeo. Post rilanciato subito da Ruocco, che non perde tempo e rincara l’affondo tra l’irritazione di parte del direttorio e di quanti preferirebbero gettare acqua sul fuoco. Anche perché, viene spiegato all’Adnkronos da fonti 5 Stelle, la vicenda Campidoglio rischia di mirare la sopravvivenza dello stesso direttorio.
Il blog, lunedì scorso, ha lasciato intendere che si va verso l’allargamento della struttura. Di Maio, Di Battista, Fico, Ruocco e Sibilia non dovrebbero restare soli ancora a lungo. Ma c’è preoccupazione, nei vertici, per lo scontro che anima l’organismo, e il dubbio, più che fondato, che la frattura possa non ricomporsi. Anche perché in uno degli ultimi incontri del direttorio sarebbero volate parole grosse. Lasciando emergere delle divisioni che hanno prodotto ferite profonde. Per questo non è escluso che si possa giungere a un superamento del direttorio, ridisegnando l’intera struttura del M5S. Beppe Grillo, viene inoltre riferito all’Adnkronos, nonostante abbia prestato immediato soccorso ai 5 big in evidente difficoltà, sarebbe parecchio irritato per gli scontri che animano il Movimento e per le stoccate che fioccano sui social network rimbalzando sui giornali. Sullo sfondo, poi, le acque agitate del Campidoglio. I rapporti tra i parlamentari e la sindaca Raggi sono pressoché inesistenti. In molti, nei Palazzi romani, sono convinti che le strade debbano presto dividersi: “Governare Roma è fondamentale – osserva una deputato di peso – ma non possiamo lasciare che Raggi asfalti il Movimento. Prima o poi toccherà toglierle il simbolo”. Grillo e Davide Casaleggio, che nei giorni scorsi ha incontrato sia il leader dei 5 Stelle che Lombardi, prendono tempo, speranzosi che ci possano essere ancora margini per ricucire.
A spostare l’ago della bilancia, nell’immediato, potrebbe essere la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Per i vertici del Movimento, la questione è dirimente: il no, sbandierato in campagna elettorale, dal Campidoglio deve arrivare forte e chiaro. Su questo anche Grillo è deciso a non transigere e l’intero direttorio sembra essere d’accordo, senza divisioni di sorta. Da Raggi non è ancora arrivata una parola chiara, ieri l’assessore Adriano Meloni ha addirittura dichiarato che ‘sarebbe bellissimo ospitare’ i Giochi. Se la sindaca dovesse cambiare idea rispetto a quanto promesso in campagna elettorale, allora lo strappo potrebbe diventare decisivo. “Con Pizzarotti – ricorda un senatore all’Adnkronos – la rottura è arrivata per la mancata chiusura dell’inceneritore. La promessa non mantenuta mandò su tutte le furie Grillo e Casaleggio, nonostante Pizzarotti fosse praticamente con le spalle al muro: chiudere il sito avrebbe portato a una multa di svariati milioni di euro”. “Per Raggi la questione è ben diversa – prosegue lo stesso senatore – Nessuna multa in caso di mancata candidatura, al contrario: il Comune dovrebbe sganciare soldi per portare avanti il nome di Roma. A quel punto sarebbe folle non pigiare il tasto ‘eject’ per Raggi: ci fosse Casaleggio senior, probabilmente lo avrebbe già fatto da un pezzo”.