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Sexiting. Le foto di 63 liceali minorenni finiscono in rete. Ecco perchè può accadere a chiunque

Sono 63 le liceali minorenni coinvolte in ‘Sexting’ la chat Whatsapp “a luci rosse” il cui contenuto è finito in Rete. Numerose le foto di nudo

Si chiama “sexting” e sembra essere sempre più diffuso nell’era dei nativi digitali. Si tratta di chat hot in cui il principale obiettivo è quello di inviare foto di nudo od osé, quasi come se fosse una sfida a chi riesce ad essere più accattivante e sexy.

La situazione in questo particolare caso, però, non si è limitata solo al gruppo Whatsapp. A quanto fare, le foto di ben 63 liceali di Modena  sono finite in Rete e dunque, alla portata di tutti. Le immagini ritraggono la maggior parte delle minorenni nude, in pose provocanti o con lingerie estremamente sexy.

Per motivi ancora sconosciuti, però, le foto inviate all’interno di questo gruppo sono state rubate e poi messe in Internet. A denunciare l’accaduto è stato uno dei fidanzatini delle ragazze che, venuto a conoscenza della situazione, ha deciso di rivolgersi all’associazione antipedofilia “La Caramella Buona”.

Nessuna delle ragazze (avente età compresa tra i 16 e i 17 anni) avrebbe potuto immaginare che le foto sarebbero uscite da quel gruppo per sbarcare in Internet. “Ho paura, i miei non sanno nulla” ha dichiarato una di loro, un’altra ancora ha deciso di iniziare a raccontare la vicenda:

“Abbiamo iniziato la chat dopo la fine della scuola, durante le vacanze estive, un po’ per noia, un po’ per divertirci, ma pensavamo rimanessero solo fra noi, per scherzare e ridere, non avremmo mai fatto scatti da distribuire in giro”

“Nei giorni scorsi a scuola ci siamo accorte che qualcosa di strano era successo. Ci è voluto poco a capire cosa. Io mi sono spaventata. Ho pensato ai miei genitori, al fatto che potevano reagire malissimo e sono entrata nel panico, come le altre”

Della vicenda, oltre alle forze dell’ordine, se ne sta occupando anche l’associazione a cui il giovane ragazzo si è rivolto. Roberto Mirabile, il presidente di “La Caramella Buona” ha poi affermato:

“Gli adolescenti pensano che il materiale condiviso con WhatsApp rimanga congelato, oppure che basti un semplice click per eliminarlo. Purtroppo non è così”.

 

“I giovani sono molto bravi a utilizzare i dispositivi che hanno a disposizione, ma hanno difficoltà a proiettare nel futuro e oltre lo spazio della loro camera, del telefono o del pc le conseguenze di ciò che fanno — ha asserito poi Nunzia Ciardi, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni —. Invece devono sapere, al di là del caso specifico, che le foto di una minorenne nuda sono materiale pedopornografico: è un reato sia scaricarle che diffonderle”

Le forze dell’ordine stanno indagando sulle persone che potrebbero essere coinvolte e sul movente scatenante. Preoccupa molto questo fenomeno, considerato anche l’approccio molto disinibito che i nativi digitali hanno con la rete internet. In molti pensano infatti che questo caso sia solo la punta dell’iceberg e che la situazione sia molto più generalizzata.