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Si avvera la profezia di Nanni Moretti – Papa Francesco confessa: «la psicanalisi mi ha aiutato»

Da “Habemus Papam” di Nanni Moretti (che racconta di un Pontefice eletto che ricorre al consulto di una psicanalista) a Papa Bergoglio che va in analisi il passo è breve. Lo stesso pontefice ha confessato in un libro di prossima pubblicazione in Francia di aver incontrato uno psicanalista: il testo contiene la trascrizione di 12 dialoghi con il sociologo Dominique Wolton.

Un incontro, quello tra la Chiesa e la psicanalisi, in verità non sempre privo di contrasti. Come afferma l’edizione odierna de LA STAMPA, ad aprire un primo spiraglio fu Pio XII nel 1952, spiegando:

È inesatto sostenere che il metodo pansessuale di una certa scuola di psicoanalisi sia parte indispensabile di ogni psicoterapia degna di tal nome

Nel luglio 1961, con Giovanni XXIII, il Sant’Uffizio proibì ai preti di praticare la psicanalisi e ai seminaristi di sottoporvisi. Nell’enciclica «Sacerdotalis coelibatis» del 1967 Paolo VI ammetteva la possibilità del ricorso «all’assistenza e all’aiuto di un medico o di uno psicologo competenti» nei seminari e nel 1973, durante un’udienza, affermava:

Abbiamo stima di questa ormai celebre corrente di studi antropologici, sebbene noi non li troviamo sempre coerenti fra loro, né sempre convalidati da esperienze soddisfacenti e benefiche

L’esperienza raccontata da Francesco si colloca tra il 1978 e 1979, gli anni della dittatura, quando aveva concluso la non facile esperienza di provinciale dei gesuiti d’Argentina e stava iniziando quella di rettore del Collegio Máximo, dove venivano formati gli studenti che desideravano entrare nella Compagnia:

Ho consultato una psicanalista ebrea. Per sei mesi sono andato a casa sua una volta alla settimana per chiarire alcune cose. Lei è sempre rimasta al suo posto. Poi un giorno, quando stava per morire, mi chiamò. Non per ricevere i sacramenti, dato che era ebrea, ma per un dialogo spirituale. Era una persona buona. Per sei mesi mi ha aiutato molto, quando avevo 42 anni

Durante una delle interviste, il Papa ha anche parlato del ruolo avuto da alcune donne nella sua esistenza.

Quelle che ho conosciuto mi hanno aiutato molto quando ho avuto bisogno di consultarmi
Il Papa, nei dialoghi con Wolton parla anche della sua vita di oggi:

Mi sento libero. Certo, sono in una gabbia qui al Vaticano, ma non spiritualmente. Non mi fa paura niente

Per poi scagliarsi contro alcuni preti, i quali hanno paura:

preti rigidi, che hanno paura di comunicare. È una forma di fondamentalismo. Quando m’imbatto in una persona rigida, soprattutto giovane, mi dico che è malato. Sono persone che in realtà ricercano una loro sicurezza

Francesco tocca anche il tema della laicità:

Lo Stato laico è una cosa sana Gesù l’ha detto: bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Credo che in certi Paesi, come la Francia, la laicità abbia una colorazione ereditata dai Lumi davvero troppo forte, che costruisce un immaginario collettivo in cui le religioni sono viste come una sottocultura. Credo che la Francia dovrebbe «elevare un po’ il livello della sua laicità

Sul dialogo con l’Islam, si dice ottimista e accenna al suo rapporto con l’imam di Al-Azhar. Ma afferma anche che «i musulmani non accettano il principio della reciprocità».

Il collegamento tra psicanalisi e migrazione è uno degli aspetti più interessanti:

La nostra è una teologia di migranti, perché lo siamo tutti fin dall’appello di Abramo, con tutte le migrazioni del popolo d’Israele. E lo stesso Gesù è stato un rifugiato, un migrante. Esistenzialmente, attraverso la fede, siamo dei migranti. La dignità umana implica necessariamente di essere in cammino. l’Europa in questo momento ha paura. Chiude, chiude, chiude…

Il Papa rigetta anche la nozione di «guerra giusta», che pure ha un fondamento nella tradizione della Chiesa e nella legittima difesa dei popoli. Per Bergoglio, «la sola cosa giusta è la pace:

Io sono il Papa di tutti, dei ricchi e dei poveri. Dei poveri peccatori, a cominciare da me