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Sole24ore: direttore e vertici sotto inchiesta, ipotesi falsificazione dati di vendita

L’accusa di false comunicazioni sociali ruota attorno copie digitali “multiple”, ossia copie del quotidiano vendute “in blocco” ad aziende e poi distribuite a dipendenti, clienti o fornitori. Il numero dichiarato dai vertici del gruppo nel marzo 2016 non venne conteggiato da Ads, la società che si occupa di certificare i dati di vendita dei giornali.
Secondo l’accusa, i vertici del gruppo avrebbero volutamente gonfiato i dati di vendita falsificando così la situazione patrimoniale e beffando gli investitori pubblicitari. Un acquisto fittizio di abbonamenti digitali che sarebbe stato realizzato anche attraverso la società britannica Di Suorce Limited che gestiva le vendite digitali per conto del Sole24ore. Nel decreto di perquisizione, i pm fanno anche riferimento ana percentuale rilevante di copie cartacce finite al macero. I magistrati milanesi ipotizzano anche un’appropriazione indebita di 3 milioni di euro. In questo secondo filone di indagine risultano indagati l’ex direttore dell’area digitale del Sole 24Ore e ora deputato del Gruppo Civici e Innovatori, Stefano Giuseppe Quintarelli, suo fratello l’imprenditore Giovanni Paolo Quintarelli, l’ex direttore finanziario del gruppo, Massimo Arioli, e l’ex direttore area vendite, Alberto Biella. Sotto inchiesta anche Filippo Beltramini, responsabile di una società inglese controllata da Di Source, e il commercialista Stefano Poretti. Ancora ignoto il nome del decimo indagato.

Red