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Stupro di Firenze, la procura: nessun video, solo frame inutile

Il capo dell'ufficio inquirenti: Un solo fotogramma girato in una situazione inutile

Smentita l’esistenza di un video dello stupro delle ragazze americane a Firenze.
Lo ha reso noto il procuratore capo di Firenze, alla fine del vertice con gli altri investigatori che stanno seguendo il caso.

“È assolutamente falso che esista un video girato durante la commissione del reato e durante il quale una delle ragazze pronuncia la parola bastardo”, ha detto il procuratore Giuseppe Creazzo. Si tratta, invece, di un “un fotogramma, un secondo di video” girato con il telefonino da una delle studentesse, ma difficilmente potrà essere utile alle indagini: forse è stato girato per sbaglio in discoteca e la persona che si vede non è identificabile. “È girato in una situazione di confusione, forse per sbaglio e forse nel locale stesso in cui si vede l’immagine senza testa, fino al ginocchio, di una persona in divisa. Impossibile da identificare”

Emergono intanto nuovi particolari sulla versione raccontata dall’appuntato che, pur ammettendo il rapporto sessuale con la turista, ha sostenuto che lo stesso sia stato consenziente.

“Da 20 anni sono nell’Arma e aiuto le persone, anche correndo dei rischi, non so perché mi sono fatto trascinare in questa situazione.
Ci hanno detto di salire – ha riferito nel corso dell’interrogatorio il militare, secondo Repubblica – quella ragazza non era ubriaca o almeno io non me ne sono accorto“.

I due militari sono, dunque, stati sospesi, ma restano liberi in attesa degli esami scentifici sulle tracce biologiche trovate nel palazzo di Borgo Santi Apostoli.

La sua avvocata Cristina Menichetti, sulle pagine del Corriere della Sera ha affermato:

“Quel carabiniere, disperato, che davanti a me è scoppiato a piangere, mi ha detto di sapere perfettamente di aver sbagliato”, è il suo racconto. “Mi ha ripetuto che non doveva accompagnare nessuno, che non doveva avere un’avventura perché in divisa e in servizio. Ma quando dice di non averla violentata, io ci credo. Da avvocata e da donna”.