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Torino, commerciante non assume commessa: “non affido il negozio a chi sta con un africano”

Una esclusione per motivi che nulla hanno a che fare con lacune nel proprio curriculum o scarsa dimestichezza con un certo tipo di clientela. Parole che non lasciano spazio ad un dubbio: “permettimi di non affidare la cassa di un negozio a chi divide la sua vita con un africano”. Uno scambio su messanger reso pubblico: la cosa non può far altro che suscitare qualche dubbio.

La storia è la seguente: Chiara, una diciottenne di un piccolo paese in provincia di Vercelli, si era candidata per fare la commessa in un negozio di Torino. Ma il titolare, quando ha visto su Facebook le foto con il suo compagno di colore, ha  “semplicemente” risposto così:

Per me puoi uscire anche con il mostro di Firenze, ma permettimi di non affidare la cassa di un negozio a chi divide la sua vita con un africano.

A pubblicare la conversazione tra la ragazza ed il commerciate è la stessa Chiara: tutto lo scambio si trova su Facebook. La ragazza aveva pubblicato un annuncio su una pagina, dello stesso social network, di cerco-offro lavoro. Il negoziante le ha chiesto di mandare il curriculum via email. Da lì è iniziato lo scambio di messaggi che la giovane ha deciso di rendere pubblico.

Eccone i passaggi

           

Lei scrive al negoziante di avergli mandato il curriculum. Lui però le dice subito che non è la persona giusta per il suo punto vendita:

Ho guardato bene il tuo profilo. Non credo che tu sia la persona che sto cercando, mi spiace. Se ti posso dare un piccolo consiglio, cambia le foto del profilo, e non evidenziare il tuo rapporto, non so se mi spiego.

Il riferimento è alla foto pubblicata su Facebook in cui Chiara compare con Olivier, il suo ragazzo nigeriano. La ragazza risponde in modo educato al commerciante: anche se, inevitabilmente, trapela il suo risentimento. Nonostante questo, l’esercente replica:

Per me puoi anche uscire con il mostro di Firenze, ma permettimi di non affidare la cassa di un negozio a chi divide la sua vita con un africano.

Sullo spiacevole accaduto – su cui ogni commento sarebbe superfluo: come fai a spiegare la stupidità? – è intervenuta Maria Luisa Coppa, presidente dei commercianti torinesi:

La storia delle nostre imprese è fatta anche da molti collaboratori immigrati, assunti per la loro voglia di lavorare, per le loro capacità professionali e con la speranza di offrire loro un futuro migliore. Rispetto e integrazione sono valori che animano le nostre attivitàe episodi come quello riportato nella denuncia dei sindacati non appartengono alla nostra cultura.