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Trovati 550 grammi di esplosivo in Puglia, dovevano uccidere il procuratore di Napoli

Il tritolo sequestrato a Bari qualche giorno fa sarebbe servito per ammazzare il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo.

Una rivelazione inquietante da parte degli inquirenti del DDA di Bari, grazie ad un collaboratore di giustizia vicino alla Sacra Corona Unita, il quale in carcere aveva avuto contatti con alcuni esponenti della camorra che pianificavano l’attentato del procuratore.

Sulla vicenda continua a lavorare il pm Antimafia barese Roberto Rossi, che ha inoltre coordinato le indagini che hanno portato al sequestro del materiale esplosivo stesso, 550 grammi di tritolo, nascosti sotto un albero a Gioia del Colle (Bari), di fronte la tenuta del trafficante di armi Amilcare Monti Condesnitt, arrestato per questi fatti insieme ad altre quattro persone.

Il Clan che stava pianificando l’agguato infatti, aveva studiato i movimenti del procuratore fra Campania e Puglia, e avrebbero colpito a Gioia, dove Colangelo risiede.

Avevano conservato il riserbo sull’impiego del tritolo sequestrato lo scorso 29 aprile gli investigatori della Squadra mobile di Bari che lo scorso sabato, 7 maggio, avevano esteso ai giornalisti particolari sull’operazione. Oltre a Monti Condesnitt erano stati sottoposti a fermo il suo braccio destro, Francesco Paolo Ciccarone, di 40 anni di Santeramo in Colle (Bari), Antonio Saponaro, di 35 di Bari, Giuseppe Piscopo, di 24 di Bitonto (Bari) e il Paolo Paterno, di 33 di Bari. I cinque – fu riferito – erano accusati di detenzione e porto di armi da sparo ed esplosivo.

Tramite le intercettazioni ambientali disposte in merito, gli inquirenti hanno scoperto che l’acquisto dell’esplosivo è avvenuto insieme con una pistola semiautomatica Tokarev calibro 7,65.