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Zagrebelsky: dopo referendum governo Gentiloni sberleffo a Paese

Zagrebelsky: dopo referendum governo Gentiloni sberleffo a Paese Solo uno scambio di posti rispetto a esecutivo Renzi.

Roma, 13 gen. (askanews) – Il governo guidato da Paolo Gentiloni e nato dopo la sconfitta del suo predecessoere Matteo Renzi al referendum costituzionale rappresenta “uno sberleffo” per gli italiani. Lo ha detto il presidente emerito della Consulta, Gustavo Zagrebelsky, in una intervista al Fatto. Zagrebelsky ha chiesto innanzitutto di distinguere “tra Gentiloni e il suo governo.

Il nuovo premier, rispetto al precedente, è una novità: è educato, parla sottovoce, dice cose di buonsenso e appare poco in tv, non spacca l’Italia tra pessimisti (anzi “gufi” e “rosiconi”) e ottimisti, fra conservatori e innovatori a parole”. Quando questo lo faceva “il penultimo premier a reti unificate, il minimo che potevi fare era cambiare canale o spegnere la tv. Ora – ha aggiunto il giurista – quella finta contrapposizione è finita. Gentiloni pare dire le cose come stanno o, almeno, non dire le cose come non stanno. E il presidente Mattarella, a Capodanno, ha richiamato l’attenzione su tante cose che non vanno.

Uno statista deve dire che il futuro non è oggi, ma va costruito da oggi con enormi sacrifici, e che i sacrifici devono distribuirsi tra coloro che possono sopportarli e, spesso, hanno vissuto finora da parassiti alle spalle degli altri”. Ma il governo nel suo insieme, ha spiegato Zagrebelsky rappresenta “il rifiuto di guardare la realtà, una riprova dell’autoreferenzialità del politicantismo. Quasi uno sberleffo dopo il 4 dicembre”. “Era troppo sperare – si è chiesto – che si prendesse atto dell’enorme significato politico del referendum, del colossale voto di sfiducia che l’elettorato ha espresso nei confronti degli autori della tentata “riforma”? Non è una questione personale – ha aggiunto Zagrebelsky – saranno tutte ottime persone. Ma è una questione politica.

Invece, Maria Elena Boschi, la madrina della “riforma”, è stata promossa in un ruolo-chiave nel governo e la coautrice e relatrice, Anna Finocchiaro, è diventata ministro. Mah! L’unica novità è la ministra dell’Istruzione, subito caduta sul suo titolo di studio. Per il resto – ha aggiunto – uno scambio di posti”.