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Caso Charlie Gard: la politica Italiana specula sulla sofferenza del bambino

I medici rinviano lo stop alle macchine che tengono in vita Charlie Gard.
Nel frattempo, personaggi di spicco della politica italiana affrontano il tema.

 

Oggi è stato rinviato lo stop ai macchinari che da circa un anno tengono in vita il piccolo Charlie Gard. Un rinvio, purtroppo, di poche ore per far si che i familiari passino un po’ di tempo in più con il piccolo. La storia, ormai nota a tutti, ha molto colpito ed ha fatto il giro del mondo. Migliaia di persone si sono mobilitate per dare il proprio apporto a Chris Gard e Connie Yates, genitori del piccolo.

Charlie è affetto da una rara patologia genetica e dopo quattro mesi di vita ha iniziato a vivere nel reparto di terapia intensiva del Great Ormond Street Hospital, a Londra. La malattia del piccolo è una forma di sindrome di deplezione del DNA mitocondriale per la quale non esiste ad oggi nessuna cura.

Successivamente ad un danno cerebrale grave e irreversibile, si è annullata ogni speranza di guarigione. Motivo per cui, i medici del GOSH hanno chiesto al giudice il permesso di sospendere le respirazione artificiale e limitare le terapie, ritenendo di agire nel “miglior interesse” del bambino. I genitori hanno fatto ricorso in tribunale e successivamente alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per opporsi alla decisione dei medici. Hanno oltretutto chiesto che il loro bambino venisse trasferito negli USA, dove pare esista una cura sperimentale.

L’autorizzazione a tenere in vita il bambino è stato negata in prima istanza dall’Alta Corte di Londra. Poi, confermata dalla Corte d’Appello e infine dalla Corte Suprema britannica. Ultima ad intervenire è stata la giustizia europea, che non ha fatto altro che confermare quanto già deciso.

Successivamente alla conferma dell’UE, la politica italiana ha affrontato il tema. «Mi sembra insopportabile per noi – scrive su facebook il segretario del pd Renzifiguriamoci per quella povera famiglia che vive queste ore così. Perché la Corte Europea dei diritti umani (diritti?) non ha concesso la cura sperimentale in America? Perché non consentire alla scienza un ultimo tentativo? Facciamo proteste ovunque per qualsiasi cucciolo, e facciamo bene..».

Ebbene, perchè Charlie Gard non è andato in America? Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università Tor Vergata, ha spiegato che a oggi non esiste una cura al mondo, così come non ne esistono per le malattie mitocondriali in genere. Sostiene che siano state condotte diverse sperimentazioni in vitro e in vivo su animali, ma non è mai stato approvato alcun protocollo ufficiale. Questo è anche quanto è riportato nella sentenza della corte europea.

Tutti gli esperti (tra cui il medico americano consultato dai familiari di Charlie) hanno concordato sul fatto che sarebbe stato inutile trasferire Charlie in America, al contrario avrebbe aumentato le sue sofferenze.

Anche Beppe Grillo sul suo blog in un post intitolato “Charlie Gard e l’Europa senza anima” ne ha scritto. «Neppure Pilato se ne lavò le mani in questo modo. Charlie Gard non è clinicamente morto – scrive Grilloi suoi genitori non desiderano che siano spente le macchine che lo tengono in vita, addirittura se ne andranno via! Un viaggio di coraggio e di speranza: una musica che trova orecchie da mercante in questa europetta insipida e senz’anima».

Al contempo, il senatore e sottosegretario degli Esteri Benedetto Della Vedova ha sottolineato: «L’Unione europea non ha avuto né poteva avere alcuna voce in capitolo su di un tema demandato alle legislazioni dei Paesi membri, come è ancora la Gran Bretagna. La Corte europea dei diritti dell’uomo, che è organismo diverso e distinto dall’Unione europea, si è espressa rinviando alle deliberazioni dei tribunali britannici. Accusare l’Ue di aver contribuito ad ammazzare Charlie non è un modo onesto per difendere i diritti di un bambino».

Ciò che sta avvenendo in Italia attorno a questa storia è molta speculazione. Poca chiarezza che genera, al contrario, molta confusione. In molti parlano di medici “assassini”, altri chiedono al Papa di intervenire.  Pare sia più facile accusare, trovare un capro espiatorio.

Il centro dovrebbe essere “la sofferenza di Charlie” e chi scrive per dare addosso ai giudici, all’Europa e sopratutto ai medici non ha chiaro questo. Purtroppo, il piccolo Charlie non ha scampo da quella sofferenza e per fini politici non è giusto continuare.