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Pensioni: niente sconti. Anche gli insegnanti in pensione a 67 anni

Nessuno sconto per gli insegnanti che chiedevano il riconoscimento dell’insegnamento come attività gravosa. Le ragioni avanzate non hanno convinto il Governo.

Tutto è iniziato con l’emendamento della Legge di Bilancio 2018 presentato dal Governo che ha individuato quindici categorie di lavori considerati gravosi, escludendoli dal prossimo aumento dell’età pensionabile. Pare ormai definitivo che anche i docenti italiani saranno toccati dal prossimo adeguamento e, a partire dal 2019, potranno andare in pensione solo a partire dai 67 anni.

In pratica, il Governo, confermando le 15 categorie di lavori gravosi già individuate, ha stabilito che solo le insegnanti di infanzia saranno esentate dal prossimo aumento dell’età pensionabile mentre tutti gli altri docenti potranno andare in pensione solo a 67 anni.

Non sono serviti gli appelli lanciati per chiedere che non solo le insegnanti d’infanzia fossero fatte rientrare nella categoria dei lavoratori gravosi. La Regione Marche aveva anche presentato una mozione al Governo, precisando come l’insegnamento non riguardi più solo la sfera educativa ma vada oltre, dovendosi rapportare con fenomeni quali bullismo e con impegni burocratici sempre più impegnativi.

I lavoratori appartenenti ad una delle categorie individuate dal Governo, qualora siano in possesso dei requisiti richiesti, possono accedere ai benefici previsti dall’Ape sociale e dalla Quota 41, le due misure di pensione anticipata introdotte dal Governo con la riforma delle pensioni contenuta nella Legge di Stabilità 2017.

Al contrario, se gli insegnanti per ora resteranno esclusi dagli sconti, rischiando di dover andare in pensione a 67 anni a partire dal 2019, possibili novità potrebbero esserci per le lavoratrici madri. Il Governo, infatti, starebbe valutando “nuovi sconti”  per facilitare l’uscita dal mondo del lavoro delle donne, penalizzate fortemente dal punto di vista delle carriere a causa della maternità.

A ribadirlo è stato il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha dichiarato:

«Per le donne con figli verrà quantificata una riduzione dei contributi per le pensioni dal momento che le loro carriere professionali spesso risultano meno lineari di quelle dei loro colleghi maschi».

Una misura che farà certamente discutere.