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Bambina muore di malaria. In Italia era stata debellata nel 1970

Muore a soli 4 anni, Sofia Zago, di Trento. Ad ucciderla è stata la malaria. Si è spenta nella notte tra domenica e lunedì all’ospedale di Brescia dove era stata trasferita d’urgenza, ma solo adesso si sta diffondendo la notizia.

Al momento non c’è ancora una spiegazione. La famiglia, infatti, nelle scorse settimane non si era recata all’estero o in Paesi a rischio, ma erano stati in vacanza a Bibione, in Veneto. Ricoverata sabato scorso giunta da Trento, dove era già stata diagnosticata la malaria. Da lunedì aveva la febbre alta, con picchi fino a 40 gradi. Quando è arrivata in ospedale era cosciente ma poco dopo la situazione è precipitata ed è entrata in coma. Purtroppo per lei non c’è stato nulla da fare, nonostante il trasferimento nell’ospedale di Brescia.

La bambina era stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo viene trasmesso dal Plasmodium Falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. La morte, nei casi più gravi, può arrivare entro 24 ore.

La bimba prima di arrivare a Brescia era stata in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile, ha spiegato il direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino), Paolo Bordon. E conferma che in uno dei giorni del ricovero della piccola a Trento erano presenti, “in un’altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti”.

“In ospedale abbiamo messo delle apposite trappole ieri pomeriggio, che verranno rimosse oggi pomeriggio, mentre tutti i bambini ricoverati sono stati trasferiti ed è in corso la disinfestazione di tutto il reparto”, ha aggiunto Bordon. “Resta il fatto che la piccola poi morta e i due malati di malaria erano in stanze diverse, le cure sono state effettuate tutte con materiale monouso e non ci sono state trasfusioni. La malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente ha avuto dei sintomi riconducibili alla malaria”.

“La bimba – ha aggiunto – aveva il diabete, che nulla aveva a che fare con la malaria. Il periodo di latenza potrebbe fare pensare che l’avesse contratta prima, poi, certo, la presenza di due bambini malati qui fa insospettire. Il punto è che dovrebbe esserci stata qualche zanzara anofele, magari in dei bagagli. I nostri veterinari, interpellati, dicono che un’altra zanzara, nostrana, non può farsi vettore, anche se ha punto malati”.

Giovanni Rezza, medico epidemiologo e responsabile del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità spiega:

“Si tratta di un caso criptico perché questa malattia viene trasmessa da un certo tipo di zanzara che in Italia non c’è ed è ignota allora la modalità di trasmissione. So che la piccola non è stata all’estero. A questo punto, occorre attendere l’indagine epidemiologica. Visto che in Italia la zanzara non esiste, la trasmissione allora può avvenire con contatto sangue nel sangue e quindi da qualcuno che ha già contratto la malattia. Ma ora non sappiamo nulla sulla modalità di trasmissione e, sottolineo, questi sono casi davvero molto rari”.

“È la prima volta in trent’anni di carriera che assisto ad un caso di malaria autoctona in Trentino”, ha detto perplesso Claudio Paternoster, primario di malattie infettive all’ospedale Santa Chiara di Trento. “Con i servizi di veterinaria e igiene pubblica faremo un’indagine”, ha detto lo specialista.

Al momento non c’è alcuna certezza, ma nel reparto di pediatria del santa Chiara ci sarà una disinfestazione come indicano le linee guida dell’Istituto superiore di sanità…