Segnala a Zazoom - Blog Directory

Il PD perde un altro big: “Partito imbarazzante, me ne vado!”

Bassolino non rinnova la tessera del Pd. Lascia anche lui, come Grasso, il Partito Democratico, un partito che aveva contribuito a fondare personalmente.

Bassolino non rinnova la tessera del Pd. Lascia anche lui, come Grasso, il Partito Democratico, un partito che aveva contribuito a fondare personalmente.
«Da tempo i rapporti interni erano critici. Ed anche quelli umani, per me molto importanti, facevano acqua da molte parti. A Napoli, in occasione delle primarie contestate, sono stato pugnalato alle spalle. Allora mi sono chiesto: ma che senso ha?»

Queste le parole dell’ex sindaco di Napoli in risposta alla domanda: “perché lascia?”. Antonio Bassolino lascia per una serie di problemi davanti cui – almeno lui – non intende più chiudere un occhio, se non due. Dagli errori in fase di Congresso, alle sconfitte alle comunali ed al referendum, fino all’approvazione del Rosatellum con l’imposizione della fiducia.

Non rinnova la tessera del Partito Democratico, del suo partito. Ed è un addio, non un arrivederci; un addio doloroso, come confessa al Corriere della Sera in una lunga intervista. Lascia, ma dopo aver tentato di resistere, fino dopo il referendum e ci tiene a sottolinearlo. Bassolino, infatti, attacca anzitutto la gestione del Congresso, che ha rieletto Renzi come segretario del Pd.

«Ho resistito fino al congresso che lo ha riconfermato. Però non ho votato perché è stato un congresso inutile, senza politica. Bisognava avviare una grande riflessione sull’Italia reale e sul rapporto tra Pd e Paese. Invece si è provveduto solo a ufficializzare la stagione della grande rimozione. La stagione del girare sempre pagina, del mai voltarsi indietro. Mai ammettere gli errori o correggerli.»

Palesi i riferimenti alle due grandi bastonate subite dal Pd, due “cazzotti micidiali”, come egli stesso le definisce. La sconfitta alle comunali e quella al referendum. L’errore del segretario Dem, a detta di Bassolino, è stato proprio l’aver confuso le due campagne, averle sovrapposte.

«Le ha personalizzate e politicizzate, ottenendo l’effetto opposto a quello sperato. A Napoli sembrava essere lui l’avversario di de Magistris, e così non si è parlato dei problemi della città: delle buche stradali, dei trasporti. Il Pd ne è uscito umiliato. Fuori anche dal ballottaggio. Poi è stato un crescendo.»

Per non parlare dell’errore fatale con la fiducia imposta al Rosatellum. Un atto che, a detta dell’ex sindaco, ha impedito di migliorare la legge, producendo di fatto un danno alla democrazia. E che dire del caso Visco? La mozione su Bankitalia è stata “una rottura assoluta”, così facendo il Pd ha creato problemi sia sul piano internazionale, sia su quello interno, “imbarazzando Palazzo Chigi ed il Quirinale”.

Lascia Bassolino. Lascia come ha fatto Grasso della cui scelta, per altro, parla in termini molto positivi, come di “una svolta significativa nel segno di una riaggregazione del centrosinistra”. Bassolino dice addio al suo partito. Per andar dove?

«La prospettiva resta quella a cui ho lavorato sin dagli anni Novanta, quando fui eletto sindaco di Napoli: la ricostruzione del centrosinistra.»