Segnala a Zazoom - Blog Directory

Bruxelles sbugiarda Grillo: “la cittadinanza è competenza dei singoli stati”

Il leader del M5S chiedeva semplicemente di sospendere il dibattito parlamentare sullo Ius Soli e trasferire il tutto a Bruxelles. Peccato che arrivi la smentita proprio del commissario UE sull’immigrazione, Dimitri Avramopoulos.

Così si era espresso Grillo:

C’è solo una cosa da fare: fermarsi e chiedere un orientamento alla Commissione Ue, coinvolgere nel dibattito anche il Parlamento Ue e il Consiglio. Discutere di cittadinanza senza una concertazione a livello europeo è propaganda, è fumo negli occhi dei cittadini.  In tutta l’Ue la cittadinanza si acquisisce principalmente attraverso lo «ius sanguinis». In nessuno Stato europeo esiste lo «Ius soli puro», si legge.

Il problema è che, a stretto giro di posta, sia arrivata la replica di Avramopoulos in conferenza stampa:

Chiaramente una competenza nazionale. È una responsabilità nazionale. Noi non giochiamo nel campo di gioco della politica interna.

Una vera e propria smentita su uno dei temi più caldi dell’attuale agenda politica. Le posizioni di Grillo, anche quelle sui campi rom, denotano certamente un cambio di rotta per quanto riguarda la questione immigrazione e regolamentazione della stessa. Lo stesso Grillo rincara la dose direttamente dal suo blog, arrivando a chiedere uno “ius europaeum”:

La riforma dello ius soli è una sòla. Concedere la cittadinanza italiana significa concedere anche la cittadinanza europea. Un tema così delicato – che coinvolge 28 Stati membri e oltre 500 milioni di cittadini – deve essere preceduto da una discussione e una concertazione a livello europeo. Bisogna trovare regole uniformi perché la cittadinanza di un Paese dell’Unione coincide con quella europea.
C’è dunque solo una cosa da fare: fermarsi e chiedere un orientamento alla Commissione europea, coinvolgere nel dibattito anche il Parlamento europeo e il Consiglio. Se Renzi fosse stato uno statista avrebbe approfittato del semestre di presidenza italiano dell’Unione europea per aprire un vero dibattuto europeo. Il Pd chiama in causa l’Europa solo quando gli fa comodo, solo quando bisogna salvare gli interessi nazionali degli altri, come avvenuto con la firma dell’accordo Ue-Turchia che ha chiuso la rotta balcanica dei migranti che portava direttamente in Germania.
Discutere di cittadinanza agli stranieri senza una concertazione a livello europeo è propaganda, è fumo negli occhi dei cittadini, è avvelenare i pozzi di una matura discussione politica. L’Italia non merita tutto questo.
IUS SOLI: NON ESISTE IN NESSUN PAESE EUROPEO

In tutta l’Unione Europea la cittadinanza si acquisisce principalmente attraverso il diritto di sangue, il cosiddetto “ius sanguinis”, lo stesso che si applica in Italia. In nessuno Stato europeo esiste, invece, lo “ius soli puro”, ossia il diritto alla cittadinanza per nascita. Vi sono diverse versioni che cambiano da Stato a Stato e che rendono temperato o più o meno rigido il principio di base, che rimane ovunque quello dello ius sanguinis.
In Germania lo ius soli è temperato da paletti sostanzialmente rigidi. Il diritto di base che viene seguito per l’attribuzione della cittadinanza rimane quello di sangue, ma possono diventare cittadini tedeschi tutti quei bambini nati da genitori extracomunitari, purché almeno uno dei due genitori abbia in mano un permesso di soggiorno permanente da tre anni e viva in Germania da almeno otto.
In Olanda, Francia, Belgio, Portogallo e Spagna, come in l’Italia, si applica sostanzialmente uno ius sanguinis con alcuni correttivi e lo ius soli è debole. in altri Paesi, non europei, lo ius soli esiste da sempre, ma si tratta di Paesi come Stati Uniti, Argentina, Brasile e Canada con una fortissima immigrazione ma, al contempo, con un territorio in grado di ospitare una popolazione maggiore di quella residente. Condizioni che in Europa non esistono.
In Italia, tra l’altro, lo ius sanguinis è già temperato: la cittadinanza per chi è nato in Italia da genitori stranieri e risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Al compimento del diciottesimo anno di età si può diventare cittadino italiano. Inoltre, la cittadinanza acquisita dai genitori si trasferisce automaticamente ai figli minorenni che, in Italia, sono sempre tutelati a prescindere dal loro luogo di nascita.
LA NOSTRA PROPOSTA DI BUON SENSO

Il Parlamento europeo sta discutendo la riforma del sistema di asilo comune: un provvedimento necessario per l’Italia per condividere con gli altri Paesi europei le migliaia di domande di asilo che arrivano. Chiediamo che lo stesso dibattito avvenga per la cittadinanza parallelamente all’unica riforma che serve SUBITO all’Italia: la cancellazione del Regolamento di Dublino, un accordo illegale – come ha dichiarato anche l’avvocato generale della Corte Ue – e che ha trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa. Il Pd ritiri il pastrocchio dello ius soli e avvii una discussione nelle sedi istituzionali opportune, ossia quelle europee, per provare a trovare in materia di cittadinanza soluzioni veramente efficaci e uguali per tutti.

Il problema è che il castello costruito da Grillo cade propria sulla inclusione dell’Europa stessa nel dibattito. A detta di Avramopoulos infatti:

Non c”è nessuna legge dell’UE che dica dopo quanti anni o quali condizioni uno Stato membro debba concedere la cittadinanza.

Singolare, inoltre, che proprio Grillo faccia riferimento all’Europa come un oracolo da consultare: proprio lo stesso più volte messo in discussione dai Pentastellati: ultimamente stanno giocando a fare e disfare tutto quello che hanno “provato” a costruire in questi anni. Non ultimo il tentativo targato Di Maio di rivendicare una sorta di trasversalità di valori politici, da Berlinguer ad Almirante, provando a presentarsi come il meglio che il melting pot italiano possa offrire a livello strettamente politico: peccato che manchi una parola fondamentale: identità. Tornando al tema dello Ius Soli, la manovra è stata prima quella di astenersi sul provvedimento, poi di “rifarsi” a Bruxelles dopo aver annusato che la mossa non avrebbe avuto seguito causa ricorso alla fiducia da parte del governo. Il problema è che un presunto coinvolgimento della UE porterebbe il dibattito ad una scadenza ancora imprecisata. Fortunatamente c’è stata proprio la smentita del commissario all’immigrazione. Dibattito chiuso, se non fosse che qualcuno nel PD ribatte. Ad esempio Marilena Fabbri, relatrice alla Camera del provvedimento, chiarisce alcuni punti sul Ius soli temperato:

1) la cittadinanza ai bambini stranieri nati o arrivati in Italia prima dei dodici anni VA RICHIESTA, NON È AUTOMATICA come x noi italiani , e viene riconosciuta solo in presenza di determinati requisiti.
Chi la può richiedere? I genitori, finché il figlio non ha compiuto i diciott’anni di età, oppure il diretto interessato che abbia compiuto i 18 anni e comunque entro il compimento dei 20 anni.
Trattandosi sempre di un atto di volontà, chi ottiene la cittadinanza su richiesta dei genitori può sempre rinunciato tra i 18 e i 20 anni, sempre che abbia un’altra cittadinanza e non diventi apolide. Si ricorda che tutti noi possiamo rinunciare alla nostra cittadinanza in favore di un’altra.
2) con l’attuale legge è vero che i nati in Italia possono chiedere la cittadinanza a 18 anni, ma le condizioni sono tali x cui solo il 6% riesce ad ottiene la cittadinanza con questa norma. I ragazzi compiuto i 18 anni hanno solo un anno di tempo x chiedere la cittadinanza e devono dimostrare di avere vissuto ininterrottamente e legalmente in Italia x diciott’anni successivi alla nascita. Se un bambino torna a casa dai nonni x un anno x problemi economici o di salute dei genitori, il contatore si interrompe e non è più possibile chiedere la cittadinanza x chi cmq era nati in Italia. Se i genitori perdono per qualche mese la residenza legale, non è più possibile chiedere la cittadinanza per chi è nato in Italia ..

La discussione riprenderà la prossima settimana con i 48mila emendamenti presentati dalla Lega: un altro partito che sul tema sta costruendo parte della sua campagna elettorale.