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Calcio e politica, l’estrema destra alla conquista di Roma

Sono due anni oramai che il ponte pedonale di via Degli Annibaldi, a Roma, nei pressi del Colosseo è conteso dalle tifoserie delle due squadre della Capitale, AS Roma e Lazio. Da anni punto di ritrovo della tifoseria giallorossa del gruppo “Roma” probabilmente vicino a Casapound, è ora finito nel mirino della tifoseria laziale che punta ad impadronirsi del territorio romanista che lasciano messaggi non certo distensivi, vedi manichini impiccati con relativo striscione “Un consiglio senza offesa…Dormite con la luce accesa” apparsi il 5 maggio sul ponte Capitolino.

E’una lotta a marcare il territorio che ha i suoi albori dal lontano 2015, con sfotto a colpi di striscioni che sembra lontano dalla sua definitiva cessazione

Fanno storia gli striscioni alla vigilia del Derby del 30 aprile apparve la scritta “Dal 1900…E’ la nostra città” subito seguita dallo striscione nella curva laziale “Romanista Marameo, hai sbagliato Colosseo. Per attaccare uno striscione l’hai dovuto fare all’Eur” in riferimento alla conquista del ponte pedonale con lo “sbarco” dei tifosi romanisti in periferia, all’Eur.

Nel mirino degli investigatori è finito anche un altro striscione ritrovato sul posto recante la scritta “A fianco dei prigionieri palestinesi in lotta”, messaggio politico probabilmente riconducibile a Forza Nuova, segnale di una lotta intestina alla estrema destra.

Informative della Digos parlano di uno scontro evitato all’ultimo istante tra le due frange grazie all’intervento della Polizia in Borghese, la notte prima della Gara di coppa Italia del 3 Marzo, con dubbi sul fatto che le tifoserie si fossero messe d’accordo.

Il legame politico, d’altra parte è piuttosto chiaro. Il gruppo “Roma”, in cui sono confluite le frange estreme di “Padroni di casa” legate a Casapound, pian piano continua a prendere forza nella Curva Sud stabiendo veti che altri gruppi storici della curva fanno fatica a rispettare, tant’è che domenica scorsa sono venuti alle mani con i Fedayn e che affermano la propria natura politica con striscioni apparsi sul ponte incriminato dal titolo “28/94 viva il Duce”.

Insomma tutta la questione lega indissolubilmente calcio e politica, che viaggiano parallele per la conquista del territorio mirando all’adescamento di nuove forze da trascinare dallo sport alla politica con un unico obbiettivo. Radicalizzare fede calcistica e credo politico.