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Caso Consip: in corso perquisizione a casa del giornalista Marco Lillo

È in corso una perquisizione nell’abitazione romana del giornalista del “Fatto Quotidiano” Marco Lillo in merito alla fuga di notizie sul caso Consip. La perquisizione, effettuata dalla Guardia di Finanza, sarebbe stata disposta dalla Procura di Napoli dopo la denuncia dell’imprenditore Alfredo Romeo. A quanto risulta, sarebbero stati sequestrati al giornalista anche il computer e i telefoni cellulari.

Nel decreto di cinque pagine, firmato dal procuratore aggiuntoAlfonso D’Avino e dal pm Graziella Arlomede, si spiega che l’inchiesta per la presunta violazione del segreto d’ufficio è nata sulla base di una denuncia-querela degli avvocati di Alfredo Romeo.

Secondo quanto riporta lo stesso “Fatto Quotidiano”, L’autore degli articoli sul caso Consip ha dovuto fornire file e messaggi contenuti nei suoi cellulari, compute, tablet e pen drive. Il giornalista del Fatto non è indagato. Sempre secondo lo stesso quotidiano Si indaga al momento contro ignoti, e in particolare contro “un pubblico ufficiale al momento non identificato che, avvalendosi illegittimamente di notizie non comunicabili in quanto coperte dal segreto investigativo, riferibili ad atti depositati presso l’Autorità Giudiziaria di Napoli, le abbia indebitamente propalate all’esterno”.  La Rivelazione del segreto d’ufficio è avvenuta attraverso la pubblicazione del libro “Di Padre in Figlio”.  Con questo la Procura di Napoli ha disposto la perquisizione di casa, computer e cellulari alla ricerca di tracce informatiche sull’origine degli scoop sull’inchiesta Consip.  Ed in particolare i file pdf e word di atti di polizia giudiziaria, ma anche messaggi whatsapp, telegram e dei comuni programmi utilizzati per comunicare attraverso gli smartphone per ricostruire il lavoro di Lillo:  La Finanza sta cercando questi atti, e le tracce informatiche che potrebbero documentare in che modo e tramite quale fonti lo stesso se li è procurati.