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Condannato per peculato, il PD lo candida

Raimondo Donzel, ex assessore alle Attività produttive della Valle d’Aosta è condannato in appello per peculato e finanziamento illecito dei partiti, in un processo sui costi della politica. Per il PD nazionale può candidarsi alle primarie.

Al Nazareno hanno deciso di soprassedere sulla condanna a un anno e otto mesi (in attesa della Cassazione). condanna per la quale Donzel è stato sospeso dal Consiglio regionale per effetto della legge Severino.

Come se non bastasse hanno scelto di non dar conto alle richieste del suo territorio. Richieste che provenivano direttamente dal presidente del circolo dem Monte Cervino, Giuseppe Rollandin, il quale ha scritto una lettera allo stesso Donzel:

“Non candidarti ad alcun incarico all’interno del partito per il tuo bene, per quello generale del Pd e anche per la Valle d’Aosta, perché molti lo considerano un grave errore. La sentenza della Corte d’appello ti ha condannato a un anno e otto mesi, col beneficio condizionale della sospensione della pena, e ha stabilito anche la condanna alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Io stesso e molte persone confidano nella tua piena assoluzione in Cassazione, ma più iscritti e cittadini mi hanno manifestato il loro auspicio alla tua non candidatura, perché in campagna elettorale saremmo facilmente massacrati e, nella malaugurata ipotesi che tu venga condannato in via definitiva, gli altri, all’interno e all’esterno del partito, continuerebbero a ricordarci di avere un segretario condannato”.

Rollandin, nel messaggio per Donzel, ha ricordato anche lo statuto del partito:

“Non possono essere candidate a cariche interne o essere candidate a cariche istituzionali le persone che risultino escluse sulla base del codice etico». 

La questione è stata quindi sottoposta alla direzione nazionale. Il Nazareno ha avuto l’ultima parola e a differenza di quel che sosteneva Rollandin, ha scelto invece la via della candidatura, pronunciandosi in questo modo:

“La posizione del suddetto candidato non ricade nelle fattispecie di incandidabilità previste all’art. 5, commi 1 e 2 del codice etico e, pertanto, risulta candidabile”.