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D’Andò: Il sanguinario killer della camorra incastrato da un bidone di vernice

Continuano le indagini sugli omicidi di Luigi Ferrara e Luigi Rusciano, i contrabbandieri mutilati e lasciati cadavere nelle campagne di Afragola lo scorso febbraio da Domenico D’Andò.
Insieme a lui, per gli inquirenti, avrebbe agito un 17enne(QUI LA NOTIZIA)

Nelle 54 pagine del provvedimento, viene descritta nel dettaglio la dinamica dell’esecuzione. Ad incastrare il D’Andò e il 17enne sono stati gli spostamenti dell’auto –tracciati col gps- l’intestazione dell’appartamento di Giugliano in cui i corpi sono stati tagliati e soprattutto un bidone di vernice. Quella vernice utilizzata dai due sanguinari killer per coprire gli schizzi di sangue sulle pareti dell’appartamento di Giugliano, causati dai colpi d’arma da taglio sui corpi delle vittime. Quella vernice che lì, a Giugliano, vende una sola ferramenta, quella dove –secondo la mappatura gps dell’auto- D’Andò e il suo complice si sarebbero recati durante le ore degli omicidi.

A partire dal 2 febbraio –spiega la Mobile– il D’Andò si rendeva irreperibile per qualche giorno fino a quando, l’8 febbraio, si presentò insieme al suo legale presso Santa Maria Capua Vetere per costituirsi. Tuttavia, visto che non vi era alcun provvedimento a suo carico, il D’Andò venne rilasciato. In quella occasione gli uomini della Mobile notarono una vistosa fasciatura alla mano.

Il D’Andò e il suo complice infatti, stando alla mappatura gps dell’auto, dopo l’omicidio fecero il giro di diverse farmacie per medicare le ferite riportare alle mani durante il macabro delitto.