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#GiornalismoKiller su Di Maio. Non ha mentito su Marra, ma i giornali scrivono l’opposto

Luigi Di Maio sembra essere finito in un vero e proprio vicolo cieco. Oggi infatti spunta un sms in cui lui avrebbe definito Marra ‘un servitore dello Stato’ tanto basta per far partire la gogna mediatica del #GiornalismoKiller

Il vicepresidente della Camera avrebbe dato l’ok a Virginia Raggi affinché Raffaele Marra restasse in Campidoglio, definendolo in una chat “servitore dello Stato”, diversamente da quanto affermato pubblicamente. Questo basta per dare il là ai giornali italiani di cominciare una vera e propria gogna mediatica.

Il caso spunta dalle carte dell’inchiesta per corruzione che hanno portato in carcere Marra, di cui danno conto oggi in prima pagina Corriere della Sera, Messaggero e Repubblica, che scrive:

“Il 10 agosto 2016, oltre un mese dopo il loro incontro e nel pieno dello scontro interno al minidirettorio che ne chiedeva la testa, Di Maio sollecitava Marra a resistere perché ‘servitore dello Stato’. Perché ‘uno dei miei'”, scrive Repubblica. La prova, si legge, è “in due chat telefoniche”, “entrambe datate 10 agosto 2016 e custodite nella memoria dello smartphone di Raffaele Marra sequestrato al momento del suo arresto. Di entrambe, l’avvocato Francesco Scacchi, legale di Marra, conferma l’esistenza”.

 

Ovviamente si tratta di un’occasione troppo ghiotta per i detrattori di Di Maio e del MoVimento 5 Stelle.

“Di Maio mente su Marra, ecco un altro PINOCCHIO che insieme a Raggi e M5s hanno messo Roma in ginocchio”. (Orlando Corsetti, consigliere PD comune di Roma)

 “Io vorrei sapere dall’onorevole Di Maio perchè dice sempre che volevano cacciare Marra e poi scriveva messaggi definendolo ‘servitore dello Stato'”  (Debora Serracchiani, vice segretaria nazionale del PD)

“Luigi Di Maio in un suo sms definisce Raffaele Marra “servitore dello stato”: quindi Luigi Di Maio domenica scorsa ha reso “falsa testimonianza” in diretta Tv. Per fortuna che il Vicepresidente della Camera sosteneva di essersi opposto a Marra, scaricando tutta la responsabilità sulla Raggi. Di contraddizione in contraddizione, di bugia in bugia è sempre più evidente il tentativo di Di Maio di nascondere il ruolo fondamentale che ha avuto nelle oscure trame capitoline, fin dalle prime mosse”. (Matteo Ricci PD)

“Se Luigi Di Maio ha mentito sulla vicenda Marra si è giocato la candidatura a Premier. Chi inganna il popolo non può certo rappresentarlo”. (Elvira Savino, deputata di Forza Italia).

Nessuno pare aver considerato un particolare di non poco conto, ovvero che Luigi Di Maio, non ha affatto mentito e che anzi proprio nelle chat utilizzate dai giornali, il vicepresidente della camera, dica in maniera netta:

 “Marra non può restare”

Ecco la conversazione ‘incriminata’ tra Luigi Di Maio e Virginia Raggi, risalente al 10 Agosto e visionata dall’ANSA. Nella stessa i due parlano del ruolo e del futuro di Raffaele Marra dopo che, all’inizio luglio, quest’ultimo aveva incontrato il vice presidente della Camera:

Di Maio: “Pignatone cosa ti ha detto dopo che gli hai inoltrato il suo nominativo (di Marra, ndr)? In ogni caso nella riunione con me, Marra non mi ha mai chiesto se andare in aspettativa o meno. Semplicemente mi ha raccontato i fatti. Io l’ho ascoltato. Perché tu me lo avevi chiesto. Sono rimasto a tua disposizione non sua. E penso che nel gabinetto non possa stare, perché ci eravamo accordati così”.

Raggi: “Pignatone mi risponderà quanto prima, l’elenco conteneva una prima tranche da 20 nominativi. Stanno effettuando le verifiche”.

(…)

Di Maio: “Quanto alle ragioni di Marra. Aspettiamo Pignatone. Poi insieme allo staff decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. E’ un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”.

Grillo non ci sta e difende a spada tratta Luigi Di Maio, postando sul suo blog la conversazione e lanciando l’hashtag #GiornalismoKiller