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Donne in piazza contro Trump #womensmarch

Dopo la festa dell’inaugurazione di Donald Trump ieri, oggi Washington si prepara all’invasione di centinaia migliaia di manifestanti, a cominciare dai militanti per i diritti delle donne, pronti a lanciare una sfida al 45esimo presidente degli Stati uniti.

Le folle di sostenitori di Trump, con le loro bandiere americane, oggi lasciano il posto a chi teme che sotto la nuova presidenza repubblicana i diritti delle donne verranno calpestati. La “Women’s March on Washington” segnala le divisioni di un Paese il cui nuovo leader fa i conti con livelli di sfiducia dell’opinione pubblica mai raggiunti nel passato recente.

La campagna di Trump è stata segnata da accuse di molestie sessuali, di aggressioni verbali ai danni di una ex reginetta di bellezza “troppo grassa” e da critiche per le prese di posizione sull’aborto. Trump ha comunque ottenuto il voto del 42% delle donne, ma quelle che non hanno votato per lui temono che i diritti di genere e i progressi per la salute delle donne, la contraccezione,l’aborto, possano essere compromessi.

“La Marcia delle Donne su Washington invierà un segnale coraggioso al nuovo governo nei suoi primi giorni e al mondo che i diritti delle donne sono diritti umani”. Una parafrasi, quest’ultima, di un notissimo discorso che Hillary Clinton, sfidante sconfitta da Trump nella corsa alla Casa bianca, tenne di first lady in Cina nel 1995.

Gli organizzatori non si definiscono “anti-Trump”, ma il messaggio non potrebbe essere più chiaro. Unendo “persone di ogni, genere, età, razza, cultura, affiliazione politica e provenienza”, gli organizzatori dicono che la marcia vuole promuovere i diritti degli immigrati e l’accesso ai servizi che consentono l’aborto, che secondo ci critici Trump vorrebbe abolire. Decine di organizzazioni sostengono l’evento, tra le quali Amnesty International e Planned Parenthood, il servizio per la salute delle donne nel mirino dei repubblicani perché tra i servizi che fornisce c’è anche l’interruzione di gravidanza.

L’idea della Marcia delle donne è nata da un post su Facebook di una nonna e avvocato in pensione delle Hawaii, Teresa Shook,a una quarantina di amiche. La proposta ha viaggiato in fretta ed è approdata sulla pagina Facebook del gruppo di sostenitrici di Hillary, Pantsuit Nation, che ha quasi quattro milioni di iscritti. Donne in tutta America hanno confezionato a maglia oltre 60mila “pussyhats” rosa, cappelli con le orecchie di gatto, un richiamo alle parole di Trump, catturate da un microfono aperto, in cui nel 2005 l’attuale presidente si vantava di afferrare le donne per i genitali.

Ci sono altre 300 marce sorelle in altrettante città americane, da New York a Boston, Los Angeles e Seattle, oltre che in città in tutto il mondo. Tra le diverse città ci sono anche Milano e Roma. Diverse centinaia di donne (e non solo) hanno manifestato in piazza contro Donald Trump.  In linea con la ‘Women’s march’ in programma a Washington e altre manifestazioni gemelle in tutto il mondo, il tema del presidio è la lotta a ogni tipo di discriminazione e, in particolare, le discriminazioni di genere. ‘Women rights are human rights’ (I diritti delle donne sono diritti umani, tema della campagna di Hillary Clinton) e ‘Dump Trump’ (Scarica Trump), tra gli slogan sui cartelli esposti.