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Fassina vota la mozione M5S contro la riforma

In Campidoglio, nell’aula Giulio Cesare, ieri si discuteva la mozione presentata dal capogruppo M5S Paolo Ferrara che impegna il comune di Roma, con la sindaca Virginia Raggi, a farsi promotore della volontà espressa dal consiglio comunale contro la «deriva autoritaria in atto». La mozione alla fine è passata con 28 voti favorevoli, ma in mezzo ci sono state urla, insulti («venduti», «fascisti») e si è sfiorata la rissa.
Chi ne è uscito peggio è stato Stefano Fassina, ex viceministro all’economia del governo Letta, ora in Sinistra Italiana. Infatti Fassina è stato applaudito dai grillini, ma attaccato dagli ex colleghi dem presenti in aula (Miccoli, Bonaccorsi e Nobili) per aver votato la mozione.
Mentre Giorgia Meloni, leader Fdi, pur essendo contro la riforma costituzionale, non ha votato la mozione M5S perché «non si fa politica nelle sedi istituzionali. Qui bisogna riolvere i problemi di Roma».