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Per il Financial Times Renzi è “Demolition Man”. Le primarie del Pd viste dall’estero

Diamo un’occhiata alle reazioni sulla stampa estera dopo la schiacciante vittoria di Matteo Renzi alle primarie del PD. Più pacato il Wall Street Journal, decisamente più roboante il Financial Times.

Il giornale britannico, infatti, definisce Renzi un “Demolition Man”, vedendo la sua conferma alla guida del Partito Democratico come un primo passo per ricostruire la sua leadership politica nel paese dopo mesi di delusioni. Il Financial vede Renzi come “beaming”, letteralmente raggiante dopo “aver riottenuto la leadership del principale partito di centro-sinistra italiano”. Nell’articolo si fa riferimento anche al referendum del 4 dicembre, il cui risultato aveva portato alle sue dimissioni da capo del governo.

Il titolo di “demolition” è una  traduzione letterale del termine “rottamatore”: epiteto che ha contraddistinto la “discesa in campo” (ci consenta) dell’ex sindaco di Firenze come leader del PD. Il testo poi prosegue riportando i risultati ed il successo schiacciante ottenuto contro gli altri due candidati. Ora il prossimo obiettivo è battere il Movimento5Stelle (definito anti-establishment) alle prossime elezioni del 2018:

But now Renzi must defeat anti-establishment Five Star Movement in the next general election, due in 2018…

Vengono riportati anche alcuni commenti da parte di osservatori, come Roberto Alimonte, professore di Scienze Politiche alla LUISS di Roma:

Le primarie confermano che il partito è con Renzi. Questo non significa che lo siano anche gli Italiani. Nell’elettorato, tra quelli che non hanno votato “Si” al referendum e quelli che non hanno votato per lui alle primarie, nulla è cambiato.

Citando il Financial, il problema sta nel fatto che Renzi all’inizio del suo mandato era visto come un innovatore, perché prometteva un cambiamento sia a livello politico che economico, spazzando via alcuni vecchi sistemi. Ma il suo tentativo di uscire da una lunga crisi economica ha presentato delle ricette apparse fiacche, oltre ad altri problemi – come quello delle banche o l’immigrazione – che hanno notevolmente rallentato il suo slancio iniziale. Un primo passo, deve essere quello di riunire il centro-sinistra italiano: visto sempre come un tessuto lacerato in mille parti. Proprio la capacità di creare alleanze per provare a battere il Movimento di Beppe Grillo alle prossime elezioni (gli ultimi dati danno il PD leggermente indietro), o quantomeno proporre un governo nei giorni successivi alla tornata elettorale. Le elezioni municipali saranno un buona prova per testare la forza di entrambi gli schieramenti.

Toni più morbidi sul Wall Street Journal che usa un più sobrio “The Italian Democratic party picks Renzi”, semplicemente il PD sceglie Renzi, sottolineando che la vittoria alle primarie gli permetterà di guidare il partito alle prossime elezioni contro il Movimento5Stelle, il quale ha approfittato della crisi interna del PD per uscire notevolmente rinforzato agli occhi di molti elettori: si parla di un exit poll che vede i pentastellati al 32% con alcuni punti di vantaggio sul PD:

Poll last month showed popular support for the 5 Star Movement as much as 32% making it Italy’s largest political group and putting it in several percentage points ahead of the Democratic Party

L’analisi poi si sposta ad un confronto con le elezioni in Francia. In particolare sull’ondata anti-Europa che potrebbe avere uno sbocco anche in Italia: il M5S viene visto come un possibile partito anti-Bruxelles. Questo sentimento nasce dal problema immigrazione: 180.000 arrivi registrati nel 2016. Un sondaggio del mese di febbraio solo un italiano su tre vede di buon occhio la UE: un vero e proprio crollo rispetto a dieci anni fa, dove “three-quarters of Italians regarderd the bloc positively”.

Allo stesso tempo, la precedente esperienza al governo di Renzi viene riassunta in tre punti: riforme che hanno reso meno rigido il mercato del lavoro, il supporto dato alle banche, e la revisione del sistema giudiziario che “can take a decade to produce decisions”: mostrando quanto sia lento in termini di decisioni e sentenze. La situazione economica inoltre continua a dare poca fiducia agli italiani, essendo, l’Italia, uno dei paesi che cresce più lentamente in Europa.