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Intervista al senatore Enzo Cuomo: “azzerare il PD Campania e convocare subito i congressi”

Senatore, nei giorni scorsi una nuova polemica tutta interna ha investito il PD della Campania. Lei è l’unico che è uscito allo scoperto sulla vicenda dei contributi versati al Partito. Ci può spiegare cosa è accaduto?

La vicenda dei contributi è squisitamente politica. Nel mio caso, infatti, ho sempre inteso onorare gli impegni assunti nel sostenere il Partito al livello regionale che provinciale,versando in 3 anni oltre 45.000 euro oltre ad impegnarmi fortemente per garantire la sussistenza di diverse realtà del PD in alcuni territori della Provincia di Napoli. Alcuni mesi fa, però, contravvenendo ad ogni regola scritta o meno all’interno della nostra Comunità, ho dovuto registrare la presenza di alcuni esponenti del mio Partito nella Città di Portici, tra cui il Capogruppo PD in Regione Campania, ad una manifestazione apertamente ostile al PD e gravemente lesiva per l’immagine dello stesso, nonostante il circolo PD territoriale unanimemente avesse preventivamente chiesto spiegazioni su tali presenze senza peraltro ricevere alcun riscontro ufficiale se non le solite fumose risposte.

Se il tema è politico dove sono le responsabilità?

Intanto nessuno ha mai spiegato perché e per chi nel 2013 furono decise quote diverse di contribuzioni tra le diverse federazioni regionali laddove i parlamentari percepiscono le stesse indennità ,così’ come nessuno spiega perché e per chi sugli elenchi dei contributi versati dai parlamentari ci sono degli omissis….Sul piano politico é del tutto evidente che se esistono delle regole esse vanno rispettate nella loro complessità ed in primis da chi ha ruoli apicali di responsabilità e rappresentanza. Ho rappresentato formalmente a tutti i livelli la questione non ricevendo alcuna risposta. Il venir meno di queste regole che è continuata in occasione delle scelte per le amministrative e nei congressi di circolo hanno determinato la mia scelta di sospendere i contributi volontari al Partito. Questa ad effettiva testimonianza della labilità delle strutture politiche ed organizzative del PD in Campania del tutto incapaci di dirigere con la stesso metro di valutazione le palesi violazioni delle regole statutarie. Dopo il disastro delle amministrative tutti attendevano un intervento radicale su Napoli e la Campania.

Invece?

Non ho nascosto critiche e dissenso nel merito e nel metodo delle scelte che si sono operate nei mesi scorsi. Avrei voluto sbagliare nelle valutazioni ma purtroppo il disastro elettorale, non solo quello di Napoli, ha confermato che questo PD, così come è concepito e così come è organizzato sui territori, perde consensi, non li amplia. Perde consensi perché non è credibile nelle scelte che opera e soprattutto perché nel merito delle problematiche che affronta, troppo spesso prevale la politica dell’annuncio o della contraddizione. Anche nella gestione del Partito stesso si annunciano interventi, azioni, misure che spesso non trovano realizzazione. Quello di Napoli è stata una sconfitta per numero di consensi perduti e per qualità delle scelte (penso alle alleanze sottoposte agli elettori) molto ben più grave di quella di cinque anni fa. Eppure sembra nulla sia accaduto: di questo passo nella capitale del Mezzogiorno siamo a rischio estinzione ma l’unica risposta che si da è l’autoconservazione a porte chiuse invece di azzerare il quadro convocando i congressi per confrontarsi sui programmi, sulla politica delle alleanze e sul gruppo dirigente.

A cosa si riferisce quando parla di politiche ”contraddittorie” ?

Penso all’incredibile vicenda del RC Auto, della “Tariffa Italia”, contro le discriminazioni tariffarie su base geografica che penalizzano alcuni cittadini in quanto residenti a Napoli. Abbiamo prima approvato un provvedimento che metteva fine a questa vergognosa discriminazione, poi al Senato lo stesso PD presenta un emendamento che riscrive il testo che stiamo discutendo in queste ore, si ingrazia le lobbie assicurative e di fatto ristabilisce inaccettabili diseguaglianze. E pensare che abbiamo anche distribuito milioni di brochure in cui ci “vantavamo” della Tariffa Italia, insomma così facendo non siamo credibili e l’elettorato non ci premia, anzi.

La tenuta del PD può mettere in discussione il Governo nazionale?

Credo che il sostegno al governo Renzi sia diventato per il P.D. una sorta di automatismo senza confronto e dopo il primo anno di risultati eccezionali non siamo riusciti a rafforzare la presenza del Partito che si è anzi indebolito per battaglie intestine. Il processo di innovazione è diventato il modo per premiare alcuni comportamenti servili e spessissimo alcune scelte avvengono senza alcun rispetto per le regole statutarie.Viene così a mancare una struttura politica ed organizzativa decisiva per trasmettere nel Paese ciò che viene portato avanti in Parlamento e al Governo.

Lei è stato Sindaco di Portici per 9 anni, ora la Città è di nuovo gestita da un Commissario e vive un momento difficile. Quale prospettive per una Città così importante?

Ho svolto per tanti anni il ruolo di Sindaco con amore assoluto verso Portici ed i suoi cittadini. Approccio fondamentale per chi sceglie di fare il primo cittadino, avventura tra le più complesse ed entusiasmanti che ci possano essere. Negli ultimi tre anni l’ex Amministrazione ha però messo in ginocchio un Città che è sul baratro del dissesto a causa di un mix tra incompetenze e mala gestione. Tutta la partita dei Fondi Europei è bloccata da mesi con una Città ridotta ad un enorme cantiere e progetti di riqualificazione urbanistica fondamentali fermi, soldi perduti e paralisi sulla prossima programmazione. Siamo in campo per risolvere la problematica agendo sulla filiera istituzionale e sono fiducioso che nelle prossime settimane si potranno mettere in sicurezza alcune opere anche salvaguardando le casse dell’Ente.