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La strategia di Renzi per comandare da sconfitto

Renzi punta ad una «non vittoria» come quella di Bersani nel 2013: con il 22% il Pd mira a realizzare il gruppo parlamentare più numeroso

I sondaggi parlano chiaro: il centrodestra cavalca forte verso la vittoria, attestandosi poco sotto il 30%; il M5s si conferma prima forza politica, primo partito con il 28%. Ed il Pd? E Renzi?

Le cose continuano a non andar bene per il centrosinistra. Il Pd di Matteo Renzi, infatti, subisce una continua emorragia di preferenze, calando fino al 22%. Un inesorabile crollo iniziato bruscamente alla fine dell’anno, quando l’attenzione venne spostata nuovamente sulla vicenda Banca Etruria e su Maria Elena Boschi. Tuttavia, nonostante le chiacchiere si siano acquietate, quantomeno in merito alla questione bancaria, il calo è decisamente continuato nella sua inarrestabile corsa verso il basso.

Ma Renzi non demorde e punta a risalire con un “trucchetto” del Rosatellum che gli consentirebbe di realizzare il gruppo parlamentare più numeroso. L’obiettivo è il 25% ottenuto da Bersani nelle scorse elezioni, quello stesso risultato che proprio Renzi giudicò in ogni caso una sconfitta.

Punta a «non vincere» come Pier Luigi Bersani fece alle elezioni del 2013La nuova legge elettorale, infatti, prevede che in una coalizione possano accedere alla ripartizione dei seggi solo le liste che superano il 3%. Per queste liste, poi, entrerà in funzione una sorta di moltiplicatore: gli verranno assegnati, in modo proporzionale, anche i seggi dei partiti presenti in quella stessa coalizione che non hanno superato la soglia di sbarramento.

E se per il centrodestra saranno almeno tre i partiti che supereranno lo sbarramento; il Pd, invece, per il centrosinistra sarà con ogni probabilità l’unico partito a superarla, accaparrandosi da solo il moltiplicatore per le altre tre liste che fanno parte della coalizione. Ed il peso delle “altre liste” del centrosinistra non è per nulla irrilevante: gli ultimi sondaggi le quotano al 4-5%.

A questo punta Matteo Renzi, a formare il gruppo parlamentare più numeroso, prendendo in prestito quel 4-5% del Rosatellum. Proprio una «non vittoria» come quella di Bersani: in questo modo, il Pd potrebbe addirittura essere il primo gruppo parlamentare di Camera e Senato in quanto a numero di deputati e senatori.

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