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Non solo Salvini. A Landini piace il ‘metodo Di Maio’

Che la Lega stia volando nei sondaggi è cosa risaputa ed oramai accertata. Merito soprattutto di Matteo Salvini e delle sue parole d’ordine di destra. Eppure, c’è chi da sinistra si esprime positivamente sull’operato del Governo, ma non certo su Salvini, bensì sul ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

Il giovane capo politico del Movimento 5 stelle, sta procedendo spedito, di certo in maniera meno evidente rispetto all’altro vicepremier. E c’è chi giura che alla fine i frutti saranno molto più grossi rispetto a quelli che raccoglierà il Carroccio.

In questi giorni di attacchi nei confronti del M5S si alza una voce favorevole, che tra l’altro viene dal mondo della Sinistra, quella con la “S” maiuscola e che per questo non può essere tacciata di parzialità. La voce è quello di Maurizio Landini, storico leader della FIOM che su Di Maio dice:

“Il metodo di ascolto seguito da Di Maio sull’Ilva è un elemento che di sicuro valutiamo positivamente, ma un giudizio lo si darà quando concretamente dirà quella che è l’azione che il governo vuol fare. Il ministro ha detto due cose importanti cioè che non intende fare atti unilaterali e che qualsiasi decisione sarà presa insieme alle parti sociali; ha ascoltato tutti recuperando un rapporto anche con le istituzioni locali. Pero’ adesso deve parlare, aspettiamo che ci riconvochi nei prossimi giorni”.

Landini ha poi espresso un giudizio positivo anche sulla linea seguita dal ministro allo Sviluppo Economico sull’altro tema su cui ha concentrato la sua attenzione, quello dei riders:

“Non possiamo che giudicare positivamente se il governo apre la strada, coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali, ad un confronto per cambiare le leggi sbagliate che sono state fatte in questi anni e per estendere i diritti a quelli che non ce li hanno”

I riders però non sono l’unico ‘problema’:

“Va certamente affrontato, ma non è il solo, così come non c’è solo il tema dei contratti a termine. Noi abbiamo depositato una proposta di legge per modificare radicalmente tutto il diritto del lavoro nel nostro Paese: c’è il problema dell’articolo 18, di cancellare le forme di lavoro sbagliate, di una legge sulla rappresentanza. Noi ci muoveremo in questo modo e l’atteggiamento nei confronti del governo sarà di merito: se ci saranno cose sulle quali non siamo d’accordo lo diremo e ci batteremo per provare a migliorarle”.