M5S al lavoro: Dialogo con partiti e Chiesa

Prove tecniche di accordo. Il M5S mira, in attesa della nuova legge elettorale, a larghe intese atte a favorire la lunga marcia verso il governo del Paese.

Dalle ricerca di accordo con Pd, Forza Italia, Lega, per l’intesa sul modello tedesco [ Per intenderci, il sistema tedesco è sostanzialmente un proporzionale – con sbarramento al 5 per cento – in cui la distribuzione del voto degli elettori si rispecchia più o meno esattamente in Parlamento: se un partito viene votato dal 30 per cento degli elettori, otterrà all’incirca il 30 per cento dei seggi], al voto della legge per favorire il taglio dei vitalizi in associazione con il democratico Richetti fino al  via libera alle norme del biotestamento.

“La seconda repubblica è finita con il referendum del 4 dicembre” – spiega Aldo Giannuli, storico di riferimento dei pentastellati, alle pagine del Corriere della Sera – “E il ritorno del proporzionale dice che dobbiamo recuperare il valore della mediazione. Dopo le elezioni vedremo… [chiaro riferimento ad eventuali coalizioni con altri partiti, ndr.]”.

Indice di un ammorbidimento della linea rigida fino ad ora dettata da Grillo & Co. Soprattutto fuori dal Parlamento, dove si fa sempre più fitto il lavoro del Movimento nei confronti delle istituzioni.

Ne è l’emblema Luigi Di Maio, candidato premier in pectore, oramai volto conosciuto in Vaticano. Frequenti anche i suoi voli all’estero, gaffe comprese, che la sciano intravedere come il Movimento di Grillo sia sempre di più rivolto ad un confronto con il mondo, affinchè si possa aspirare a divenire forza di governo.

Intensificate anche le presenze Tv degli esponenti del Movimento 5 Stelle.

L’apertura e, quindi, dietro l’angolo?

“Piano piano” – risponde il deputato Andrea Cecconi – “Non facciamo accordi preelettorali con nessuno. Non siamo nati per spartirci le poltrone. Non siamo nè stupidi nè sconsiderati e non lasceremo il Paese nel pantano. Cercheremo una soluzione magari non per cinque anni.”