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M5S pubblica le coperture finanziarie: “I soldi ci sono. Faremo il bene degli italiani”

Attraverso un post pubblicato sul “Blog delle Stelle” il M5s indica le coperture finanziarie per la realizzazione del suo programma politico.

Il M5s, con un post pubblicato sul “Blog delle Stelle“, in venti punti indica la coperture finanziarie utili per la realizzazione del programma di governo.

Per mettere a tacere le voci che sostengono che non ci sono soldi per le coperture finanziarie, nell’introduzione, il post annuncia:

“Tutti ci chiedono: da dove prenderete i soldi? I soldi ci sono, eccome, in un bilancio da 800 miliardi. Basta avere lungimiranza e, appunto, le mani libere da condizionamenti di lobby e gruppi di interesse che finora hanno sempre prosperato in modo parassitario, attaccati alle gonne dello Stato”.

Il post continua:

“Per far contenti gli scettici, partiamo proprio dalle cosiddette “coperture” (i serbatoi da cui prendiamo i soldi per attuare il nostro programma). Fondamentalmente sono tre:

1) circa 30 miliardi annui, a regime, di spending review in senso stretto (compreso 1 miliardo di tagli ai costi della politica e senza considerare la foresta di agevolazioni fiscali) che sono stati già individuati da una sequela di commissari alla spesa, con in testa Carlo Cottarelli (ma i partiti preferiscono tagliare i commissari piuttosto che la spesa);

2) 40 miliardi l’anno, a regime, di tax expenditures (agevolazioni fiscali) che si possono ripensare e spostare da obiettivi dannosi o improduttivi verso finalità ad alto moltiplicatore (in totale l’erosione fiscale dovuta ad esenzioni, detrazioni e deduzioni supera i 300 miliardi);

3) infine il MoVimento 5 Stelle farà una riflessione politico-economica su 10-15 miliardi di maggiore deficit annuo che comunque, partendo da una base programmatica dell’1,6 di deficit/Pil 2018, ci terrebbe ancora abbondantemente sotto il vetusto e stupido parametro del 3%.”

“Tirando una prima somma, dunque, stiamo parlando di 70 miliardi di coperture annue a regime derivanti da tagli agli sprechi, più una quota di maggiore deficit da decidere (anche in base al ciclo economico). Con l’obiettivo, però, di ridurre del 40% il debito/Pil in 10 anni”. 

“Il cuore della nostra visione per il rilancio del Paese è il piano da 50 miliardi in cinque anni di investimenti pubblici produttivi. La spesa buona che i governi hanno tagliato per fare austerity e che serve a rilanciare la domanda aggregata: green economy, bonifiche, rete idrica, rete elettrica, adeguamento sismico, mobilità pulita e sostenibile, dissesto idrogeologico, riqualificazione urbanistica, edilizia scolastica e sanitaria, banda ultra larga, infrastrutture immateriali. Settori che, a differenza delle grandi opere inutili, creano centinaia di migliaia di posti di lavoro e non offendono il territorio. Per la digitalizzazione della Pa, invece, ci sono già 5,7 miliardi dell’agenda digitale. Ma non esiste una “smart nation” senza un rilancio forte di formazione, università e ricerca. Entro la legislatura, riportiamo la spesa in media con l’Unione europea: al 5% del Pil per la formazione e al 3% per la ricerca. Servono 25 miliardi che però hanno un moltiplicatore altissimo e darebbero ingenti entrate allo Stato. Gli investimenti possono essere coperti in parte con i piani di spending review e in parte con maggiore deficit. Ma il MoVimento conta pure di ricavare 5-9 miliardi nel corso della legislatura dal taglio delle già citate grandi opere inutili”. 

Per quanto concerne il reddito di cittadinanza, il M5S prosegue:

“E’ vero che 5 miliardi di agevolazioni e 2,5 miliardi di tagli agli sprechi (pescando dai serbatoi già citati) ci serviranno, all’inizio, per mettere in piedi il Reddito di cittadinanza (già contemplati nelle coperture della misura). Ma il Reddito di cittadinanza tende a ripagarsi da solo sia in ragione degli spazi che apre ai consumi sia perché ci sosterrebbe nel dibattito con la Ue circa una revisione del nostro Pil potenziale, dell’output gap e dunque in merito ai più ampi margini finanziari utilizzabili persino a regole invariate. Senza dimenticare che la riforma dei centri per l’impiego darà forza lavoro qualificata a sostegno della competitività delle imprese”. 

In conclusione, nel post si legge:

“Tirando le somme, i punti salienti del nostro programma, Reddito di cittadinanza incluso, valgono a regime una spesa annua intorno ai 75 miliardi. Il MoVimento 5 Stelle può arrivare a coprirli, dunque, senza dover fare i salti mortali. Anzi. Il MoVimento 5 Stelle è l’unico che può realizzare il proprio programma senza alcun condizionamento (di alleati riottosi o lobby fameliche). Abbiamo le mani libere per fare il bene degli italiani”.