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Minniti:”Il M5s? E’ un’ancella di un governo di destra”

I toni durissimi della riflessione di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania ha espresso alla festa dell’unità di Telese Terme hanno generato una riflessione dai caratteri molto più duri sulla sconfitta e sulla possibile ripartenza del PD dopo le scorse elezioni.

A prendere la parola è l’ex Ministro Marco Minniti, che sulle parole di De Luca commenta:

“Il problema non e’ essere piu’ o meno imbecilli, ma comprendere che la sconfitta del 4 marzo chiede a sinistra una riflessione su quello che non ha funzionato. Per me abbiamo perso perchè c’e’ stata rottura sentimentale con un pezzo grande del popolo italiano. E bisogna recuperare questa rottura sentimentale. Noi non dobbiamo parlare con l’Italia immaginaria che abbiamo nella testa, ma anche con l’Italia che non ci ha votato, per conquistarli a un’alternativa rispetto ai nazionalpopulisti. Altrimenti la partita e’ persa”.

Partita che si gioca contro un governo che vira a destra, e che, come sottolinea Minniti, non ha inglobata, come molti pensano, quella componente di sinistra che ne eviti la deriva estremista:

ll Movimento 5 Stelle e’ un’ancella di un governo fortemente e saldamente in mano della Lega: si è accodato, non riesce a tenere in campo la possibilità di indicare un’altra prospettiva. È un errore pensare che in questo governo convivano la destra e la sinistra. È ingenuo e politicamente infantile.”

La critica dell’ex ministro alla compagine di governo cade in un’altra riflessione, dai termini geopolitici. Sulla base delle prime relazioni in ambito internazionale che il governo ha stretto, non è difficile immaginare che il nostro paese possa abbandonare l’area di influenza occidentale per spingersi, progressivamente, più a est.

“il fatto che stiamo costruendo un rapporto strategico forte con l’Ungheria solleva inquietudine. L’idea che l’Italia possa slittare a est va contro la natura del nostro paese. Fare dell’Italia l’Ungheria del Mediterraneo e’ un drammatico errore”.

Minniti chiude confermando che non si candiderà alla segreteria del PD:

“Spero che si convochi presto un congresso. Non dobbiamo discutere di cambiare il nome ma di politica. Dobbiamo rivoltare il PD come un calzino, cambiarlo radicalmente. È più facile cambiare il nome che cambiare radicalmente il partito”.