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“Sei napoletano non puoi darci lezioni”: avvocato della Juventus accusa Di Lello

Caso Juventus-‘Ndrangheta: avvocato Chiappero contro presidente antimafia

“La tensione arriva al culmine con uno scambio rovente tra Chiappero e Di Lello, accusato dall’avvocato di star celebrando un “processo alla Juventus” in virtù della sua fede calcistica napoletana, e aggiungendo che proprio in qualità di tifoso partenopeo dovrebbe astenersi dal fare lezioni di morale alla Juventus, visti i trascorsi giudiziari della sua squadra, coinvolta anch’essa in vicende che vedevano alcuni figli di esponenti della criminalità organizzata addirittura a bordo campo allo stadio San Paolo. Accusa che Di Lello respinge altrettanto energicamente, informando di avere ascoltato come commissione anche il procuratore capo di Napoli Napoli per vicende simili. 
Questo quanto si apprende dall’Huffington Post.

Momenti di tensione, quindi, tra l’avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, ed il presidente del comitato mafia e sport della commissione antimafia, Marco di Lello.

Ieri pomeriggio, infatti, l’avvocato della Juventus è stato ascoltato sui rapporti che ci sarebbero stati tra il club bianconero ed alcuni esponenti della ‘ndrangheta. Il tutto è avvenuto in commissione antimafia.

Sul rapporto tra un dipendente  della Juventus ed un capo ultrà che si concentra l’audizione di Chiappero. La vicenda risale a  circa quattro anni fa ed è emersa nel corso di un’indagine della procura di Torino e poi passata per la parte di interesse alla procura della Figc.

Al centro di tutto c’è la figura di Rocco Dominello, figlio di Saverio, esponente in vista della ‘ndrangheta a Rosarno. Proprio Rocco diventa una sorta di“portavoce” e garante della pace nella curva juventina. Questa posizione viene ottenuta dopo essere entrato in contatto col responsabile sicurezza della Juventus Alessandro D’Angelo: contatto ottenuto grazie ad un altro capo ultrà.  Qui avviene una sorta di “equo” scambio: in cambio della tranquillità  i gruppi ultrà ricevono biglietti per loro stessi o che possono rivendere a prezzo fortemente maggiorato.

A proposito di questo legame, Chiappero si appella  alle risoluzioni dell’indagine torinese per sottolineare che non ci sono nè intercettazione nè atti ufficiali da cui si possa desumere che D’Angelo sapesse con chi avesse a che fare, non conoscendo il passato del Dominiello. Come si apprende dall’Huffington Post:

Lo stesso Chiappero per corroborare la sua tesi cita anche alcuni rapporti della Digos, nei quali si forniva un ritratto di Dominello che non faceva minimamente menzione di frequentazioni malavitose. E soprattutto, per il legale non c’è alcuna evidenza di colloqui né incontri richiesti o avvenuti tra Dominello e il presidente della Juventus Andrea Agnelli, né tantomeno di accordi per la distribuzione di biglietti. 

Proprio a Chiappero si è rivolta, sempre secondo la stessa testata, in maniera molto spazientita  Rosy Bindi:

“Come poteva credere, la Juventus, che un ragazzo potesse da solo tenere a bada tutti gli ultrà della curva? Un ragazzo che nelle intercettazioni parlava apertamente di Rosarno, di amici influenti e di altri capi ultrà che avevano paura di lui?”

La stessa Bindi ha fatto presente di come non si trattasse di una sede giudiziaria sottolineando però l’atteggiamento ambiguo della società del presidente Agnelli nei confronti di alcuni personaggi dal contorno non propriamente limpido.

Il racconto di Chiappero non convince non solo la Bindi ma anche  Marco Di Lello, il quale “avvia un cripto-interrogatorio chiedendo conto di alcune circostanze dubbie, come ad esempio la presenza dell’allenatore pro tempore della Juventus Antonio Conte a una cena di tifosi organizzata dal legale della famiglia Dominello, oppure un provino effettuato dal figlio di un boss della cosca Bellocco-Pesce, avvenuto dopo l’interessamento del Ds Giuseppe Marotta”.

A questo punto che l’audizione viene secretata e, citando di nuovo l’Huffington, la tensione arriva al culmine:

“con uno scambio rovente tra Chiappero e Di Lello, accusato dall’avvocato di star celebrando un “processo alla Juventus” in virtù della sua fede calcistica napoletana, e aggiungendo che proprio in qualità di tifoso partenopeo dovrebbe astenersi dal fare lezioni di morale alla Juventus, visti i trascorsi giudiziari della sua squadra, coinvolta anch’essa in vicende che vedevano alcuni figli di esponenti della criminalità organizzata addirittura a bordo campo allo stadio San Paolo. Accusa che Di Lello respinge altrettanto energicamente, informando di avere ascoltato come commissione anche il procuratore capo di Napoli Napoli per vicende simili”.

Sono previste nei prossimi giorni nuove udienze nel corso delle quali verranno ascoltati il presidente della Figc Carlo Tavecchio, oltra ai presidenti di Lega A, B e Lega Pro. Lo stesso Agnelli ha dato la piena disponibilità: lo si è appreso dalle parole dello stesso avvocato Chiappero. Molto probabilmente verranno ascoltati anche altri presidenti  di altre società coinvolte in vicende simili.