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Nicotera, raccolta firma per fermare la cronista antimafia

Enza Dall’Acqua, giornalista del Quotidiano del Sud, rischia di essere privata della sua libertà di informazione da un gruppo di cittadini di Nicotera membri del «Movimento 14 luglio». Una delegittimazione nei confronti della cronista che da anni è in prima linea contro le cosche locali di Nicotera, comune sciolto per mafia tre volte negli ultimi 15 anni.

Nel documento per la raccolta delle firme contro di lei, il gruppo di 40 persone, accusa la giornalista di fare una «scorretta informazione» su alcuni tempi importanti per la comunità come quello del servizio idrico. Gli articoli sul servizio idrico e sulla potabilità dell’acqua sono però l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso.

La giornalista negli ultimi tempi si è occupata anche della vicenda del nipote del boss e della sposa arrivati nella piazza principale del paese a bordo di un elicottero. Enza Dell’Acqua per gli articoli scritti sulla storia dell’elicottero, fu accusata, insultata e minacciata.

Come lei stessa scrive in un memoriale allegato alla denuncia presentata dopo aver saputo della raccolta delle firme contro di lei, la cronista del Quotidiano del Sud parla di «attacchi giunti dalla società sana e dalla Chiesa». In particolar modo ci sarebbero tre donne e Emanuele Mancuso, figlio del boss  “LuniMancuso, detto “u ngegneri”, al vertice dell’omonimo clan tra i più agguerriti in Calabria,  dietro queste  minacce continue. In questi giorni, poi, contro Enza Dell’Acqua e Lia Staropoli, presidente dell’associazione antimafia ConDivisa, era stato attivato un profilo Facebook fondato da alcune famiglie di ‘ndrangheta del vibonese  attraverso il quale le due donne venivano ripetutamente insultate. Il fondatore del sito  era stato appunto Emanuele Mancuso.

Il gruppo qualche giorno fa è stato chiuso dalla polizia postale, subito dopo è nata la sottoscrizione pubblica per impedire alla giornalista di svolgere il suo mestiere.