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Noemi, uccisa dal fidanzato. Lucarelli: «Non era una ragazza perfetta! Colpa dei genitori.»

Lucarelli su Noemi: "E' importante non dipingerla come la ragazza perfetta, perché le vittime (così come i carnefici) non vanno mai idealizzate."

Il caso di Noemi Dirini, la 16enne di Lecce scomparsa lo scorso 3 settembre, il cui cadavere è stato rinvenuto nella giornata di ieri, sta suscitando molto clamore e scompiglio. Ad ucciderla il fidanzato, che avrebbe ammesso il crimine giustificandolo come un tentativo di salvare se e la sua famiglia.

Naturalmente le indagini sono ancora aperte, il movente ancora da chiarire, così come gli innumerevoli dettagli che sicuramente si nasconderanno dietro ad un atto così estremo, come quello di togliere la vita a qualcuno.

Nonostante questa situazione di incertezza, di fatti l’unica cosa certa è che – purtroppo – una ragazza ha perso la vita, vi è però sempre chi ha opinioni in merito. Ecco, ad esempio, il pensiero di Selvaggia Lucarelli, che ha posto l’accento sull’importanza di non idealizzare la ragazza per non cadere nell’errore di figurarla troppo distante da noi. Questo il post sulla sua pagina FaceBook:

Non voglio aggiungere nulla che non sia stato già detto e scritto su quanto evidente: la povera Noemi è stata ammazzata come un cane da un ragazzo con problemi psichici accertati, reduce da tre tso, sicuramente geloso e possessivo, sicuramente ossessionato da questa storia e probabilmente dai mostri che vivevano e vivono nella sua testa.
Non so chi fosse davvero Noemi, non so se fosse gelosa a sua volta (può essere), ma so che scappava spesso di casa, che era stata bocciata, che forse non era la figlia più facile del mondo. E’ importante non dipingerla come la ragazza perfetta, perché le vittime (così come i carnefici) non vanno mai idealizzate. Idealizzarle, crea distanza tra noi e l’accaduto. E invece no, Noemi poteva essere nostra figlia, poteva essere noi qualche anno fa, può essere la nostra vicina di casa oggi. Può essere noi, ora.
Era, pare, un ragazza come tante, Noemi. Tenera coi suoi cuoricini per il fidanzato su fb, tormentata da una storia asfissiante e morbosa, probabilmente convita che lui, nonostante tutto, la amasse. E’ quel “nonostante tutto” che ci uccide. Che l’ha uccisa. Che a volte non uccide ma è un mastice potente in relazioni le cui radici marce traggono linfa da dolore, violenza, devastazione costante dell’autostima e progressiva soppressione della normalità.
Quando inciampi in relazioni così a 30/40/50 anni, forse hai l’unico vantaggio di sapere che quello che stai vivendo non è normale. Non è sano. Magari ne resti schiavo lo stesso, ma dentro di te sai. Quando ti capita, come a Noemi, a 16 anni, non hai neppure parametri. Magari ti dicono che quello non è amore, lo senti dire alla tv, ma intanto quello è il tuo imprinting, è le tue prima volte, è l’impatto con quelle tempeste emotive che creano il più grande e pericoloso di tutti i fraintendimenti: ti fanno sentire viva e nel frattempo ti ammazzano. In molti sensi, non solo con una coltellata in petto. Magari trasformano anche te e a volte per sempre.
Per questo, c’è solo una cosa che non mi torna in tutta la storia: la libertà di cui godevano questi due ragazzini: uno troppo violento e l’altra troppo in balia non solo del suo assassino, ma anche e con evidenza da quel “nonostante tutto”.
Perché in un contesto così pericoloso e violento, con denunce pregresse, ostilità tra famiglie, botte accertate e un’evidente dipendenza affettiva, questa ragazzina di 16 anni era libera di uscire alle 5 del mattino? Perché un ragazzo di 17 con tre tso in curriculum, era libero di uscire e usava l’auto della madre?
Perché non so voi, ma io a 16 anni non mettevo piede fuori casa senza autorizzazione. E sì, un genitore finché hai 16 anni ha tutti i mezzi per impedirti di uscire la sera, il giorno, a metà pomeriggio e all’ora del tè anche a costo di chiuderti a chiave in camera.
Con questo non concedo attenuanti a nessuno e non sposto il mirino dall’unico e vero assassino. So anche che per qualcuno parlerò da vecchia rincoglionita poco pragmatica. Perdonatemi, se vi sembro questo. E’ che però ho molte perplessità su una storia in cui si parla di tribunali dei minori disattenti (e se lo sono stati che paghino, una volta tanto) ma pare esserci stata tanta, forse imperdonabile disattenzione anche fuori.