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PD altro che scissione. A Napoli è una fuga: 9 su 10 non rinnovano la tessera

A due settimane dalla chiusura del tesseramento, il Pd continua a perdere adesioni a Napoli. Si è passati dai 20.000 aderenti di appena un anno fa, ai 1.980 attuali registrati dalla federazione provinciale di Napoli, meno di 1 su 10

Eppure questo dato così allarmante per il Partito Democratico è stato descritto qualche giorno fa da D’Alema come sintomatico di una crisi che sta interessando su scala nazionale le adesioni.

“Quando ero segretario dei Ds, gli iscritti erano circa 650 mila. Oggi il Pd ha 180 mila iscritti: forse qualcosa non ha funzionato”

Sembrano ormai lontani i giorni in cui il Pd in Campania godeva di buona salute, suggellata dall’ascesa di De Luca alla giuda della regione.

Ma probabilmente il deficit di adesioni è riconducibile alle scelte, azzardate e sbagliate, prese per le Amministrative del 2016, che portò il Pd a puntare tutto su Valeria Valente, già ex  assessore di Rosa Russo Iervolino, per ottenere la guida di Napoli, con l’intenzione di spodestare Luigi De Magistris, “nemico” di Renzi.

Il danno all’immagine del Pd è riconducibile ad una serie di situazioni che, politicamente, possono essere, senza mezze misure, definite dei veri e propri disastri che proviamo brevemente a riassumere:

Le primarie vinte dalla Valente, a discapito del già “collaudato” Bassolino, nel quale si registrò l’episodio (ripreso dal giornale Fanpage) della distribuzione di soldi fuori dai seggi, questione sulla quale, tra l’altro, la Procura ha aperto un suo fascicolo; i ricorsi di Antonio Bassolino; la scoperta di 9 delle 40 firme che hanno chiuso la civica della Valente “Napoli Vale” falsificate, questione per la quale sono stati indagati il consigliere comunale Dem. Salvatore Madonna e Gennaro Mola, compagno della Valente, non hanno fatto altro che far perdere la credibilità della quale il Pd godeva a Napoli.

L’annoso problema della perdita di consensi e delle adesione dei partiti si è fatto sentire ancora più forte per il Partito Democratico a seguito dell’inchiesta (poi archiviata) per voto di scambio che ha travolto il Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, aperta a seguito della pubblicazione dell’audio in cui il Presidente della Giunta esortava i 300 sindaci campani ad offrire fritture di pesce agli elettori campani col fine di ottenere in cambio il “Sì” al referendum costituzionale.

La situazione non è migliore a Salerno, roccaforte di De Luca, in cui le iscrizioni sono ferme a 4676 a fronte delle 10.000 dello scorso anno.
A Caserta le tessere sono 1.000, a Benevento 986, ad Avellino 1000, a dispetto, rispettivamente, delle 4.500, 4.287 e 7445 di due anni fa.

A commentare questi dati è stato anche Antonio Marciano, consigliere Pd della Campania:

“Questi numeri sono frutto anche di enormi ritardi organizzativi che in un partito significano ritardi politici, e poi trasparenza e rigore”