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Pensioni a Cinquestelle: il codice di Grillo non vale per i contributi previdenziali

Venerdì 15 settembre  sarà il giorno atteso dai parlamentari alla prima legislatura: in particolare dagli  sprovvisti di lavoro e contributi fuori da quelli parlamentari,

Tra questi ci sono i  grillini, arrivati al primo giro tra Camera e Senato: eletti nel 2013.. A 65 anni compiuti (ma che può scendere fino a 60 anni) si ritroveranno sul proprio conto corrente un assegno pensionistico di 1000 euro al mese per i cinque anni trascorsi in Parlamento.Il premio vale per tutti i 154 eletti M5s, nel frattempo diventati 123 perché una trentina sono fuggiti o sono stati cacciati dal gruppo. Il discorso vale anche per gli altri parlamentari alla prima lesgislatura, ma per il pentastellati si tratta di un vantaggio in più:  secondo il codicdi comportamento stilato da Beppe Grillo al momento del loro insediamento comporta la famosa riduzione dell’indennità, per cui gli onorevoli M5s possono vantarsi  di guadagnare meno dei loro colleghi altri partiti, per una scelta etica contro i privilegi della casta. Il fatto è che  l’autoriduzione non valga però per le voci accessorie della busta paga di un parlamentare. Quindi per i rimborsi ed i contributi previdenziali. Che per i grillini sono calcolati, come per tutti gli altri, sul totale dell’indennità, non solo su quella autoridotta. E quindi valgono l’8,8% dei 10mila euro di stipendio mensile, ovvero la bellezza di 1000 euro al mese di versamenti previdenziali della Camera e del Senato, che i grillini si ritroveranno nell’assegno pensionistico.

Venerdì verrà raggiunto il traguardo di  quattro anni, sei mesi ed un giorno valevole per la futura pensione: l diritto non sarebbe scattato se si fosse interrotta la legislatura prima di questo venerdì.