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Pugno chiuso, sigaro e Vangelo, ciao Don Gallo

Di Andrea Saviano 

Un binomio singolare, anomalo, la toga e il pugno chiuso che però, in assoluta armonia e con straordinaria spontaneità e naturalezza, sono riusciti a combaciare e convivere; questo era Don Andrea Gallo, un Prete di strada col pugno chiuso divenuto negli anni il simbolo della Resistenza Italiana.

I miei vangeli non sono quattro… Noi seguiamo da anni e anni il vangelo secondo Fabrizio De André, un cammino cioè in direzione ostinata e contraria. E possiamo confermarlo, constatarlo: dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fiori.

Questo dichiarava in un’intervista a RaiTre, ed è esattamente così che ha condotto la sua vita di prete, di uomo e di antifascista. Lo ha fatto nelle parrocchie, nelle pazze, nelle strade dimenticate dal mondo ma non da Dio che attraverso lui portava messaggi d’amore e di pace.

SONO VENUTO PER SERVIRE – non è stato il semplice titolo di un romanzo ma la dichiarazione di un uomo che ha speso la sua intera vita servendo Dio e i suoi figli, lo ha fatto da giovane quando ha preso parte alla resistenza partigiana ed ha continuato a farlo per il resto dei suoi giorni con in dosso una veste talare.
Oggi, a 3 anni dalla sua scomparsa, io voglio ricordarlo così: col pugno chiuso, la sciarpa rossa e il sigaro tra le labbra, mentre in piazza si batteva, ancora una volta, per gli ideali di giustizia e libertà che hanno condizionato e mosso la sua intera vita.
Ciao Don Gallo.