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Record della bellezza per l’Italia: ben 53 siti patrimonio dell’Unesco

Record della bellezza per l’Italia. Ben 53 siti, tra natura e opere di mezzo millennio fa sono patrimonio Unesco.

L’Unesco, riunito in questi giorni a Cracovia, ha inserito nella prestigiosa lista dei siti da tutelare, molte meraviglie della natura e dell’ingegno italiano. Sale così a 53 il numero di luoghi del nostro Bel Paese che si fregiano del bollino blu, passando al primo posto, un passo avanti la Cina che ne possiede 52.

Dalla Toscana alla Calabria sono dieci i faggeti premiati, per una superficie complessiva di 2000 ettari, tra le più vaste in lista. Le piante secolari italiane fanno parte di parchi naturali come i faggi dell’Appenino tosco-romagnolo oppure quelli della provincia di Viterbo.

I faggi cantati da Pascoli, la fortezza di Palmanova, voluta dalla Serenissima per difendere la cristianità dall’attacco ottomano nel 1593, chiamata la città stellata per la sua pianta poligonale a stella con nove punte (dal 1960 è monumento nazionale), i bastioni di Peschiera del Garda, le alte mura di Bergamo con i passaggi sotterranei e le 200 bocche da fuoco e le cannoniere, costruite tra il 1561 e il 1588 (un’opera lunga 6 chilometri e ben conservata, non avendo subito nessun intervento bellico), vanno ad aggiungersi al nostro già vasto Patrimonio dell’Umanità, al pari di Pompei e la Valle dei Templi di Agrigento.

Peschiera del Garda – Vista aerea

Un’intensa attività diplomatica portata avanti dal Mibact, che ha seguito il dossier di 500 pagine composto in anni di lavoro. In particolare, la fortezza di Palmanova è stata presentata come testimonianza unica dell’architettura militare che si è andata evolvendo dal XVI al XVII secolo. Anni peculiari per la Repubblica veneziana, per cui:

<<fortezze e muraglioni insieme testimoniano la presenza di una rete difensiva unica tra Stato di Terra e Stato da Mar occidentale incentrato sul mare Adriatico storicamente conosciuto come Golfo di Venezia. Presidi (ognuno a suo modo inserito in paesaggi di straordinaria suggestione) che raccontano un progetto difensivo unitario capace di fregiarsi di connotazioni civili, militari e urbane spinte fino a Oriente>>.
Fortezza di Palmanova

Nel 1972 debutta la Convenzione sul Patrimonio mondiale dell’Unesco e per l’Italia, l’anno di inizio è il 1979, quando il sito italiano dell’arte rupestre in Val Camonica entra a far parte dell’importante lista. Seguito, subito, da molti altri: il centro storico di Roma e Firenze, i Sassi di Matera, le Ville Palladiane nel Veneto, Castel Del Monte, i Trulli di Alberobello, le Residenze di Casa Savoia in Piemonte e le Cinque Terre liguri.

Fino ad arrivare alla grande soddisfazione di quest’anno, il cui risultato, secondo il ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini:

<<ci consente di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale>>.