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Referendum: Dini pieno di livore contro Renzi

Lamberto Dini non accetta che il presidente del Consiglio Matteo Renzi usi lo spauracchio dei governi tecnici.
“Che siano il male assoluto – assicura l’ex premier in una intervista a Repubblica – è solo nella sua mente, sta facendo una campagna furibonda, infarcita di bugie”.
Dini, schierato per il No (perché “non si cambiano 47 articoli della Costituzione a colpi di maggioranza, con una somma di partiti che rappresenta meno del 30 per cento dell’elettorato”), ricorda come invece gli esponenti della società civile chiamati a presiedere l’esecutivo abbiano sempre fatto l’interesse del Paese: “Il mio governo fece ciò che doveva, la riforma delle pensioni e la stabilizzazione del debito che invece con Renzi è salito di 100 miliardi ed è la vera bomba a orologeria su cui sediamo. E non dimentichiamo i risultati ottenuti dal governo Ciampi, che lasciò la Banca d’Italia per dare vita ad un esecutivo di tecnici e politici».
E sostiene che il governo Monti “chiamato in piena emergenza ha dovuto prendere decisioni di emergenza, ha dovuto mettere in campo politiche lacrime e sangue basate sulle tasse per contenere lo spread. Mi rammarico che oggi il suo governo goda di una reputazione negativa”.
E aggiunge: “Renzi oltretutto dovrebbe tacere, non è stato eletto ed è diventato segretario del Partito Democratico a seguito di primarie senza controllo“.
In caso di vittoria del No chi vedrebbe bene come eventuale premier tecnico?
“L’ideale sarebbe Mario Draghi, ma certamente non sarà disponibile a farlo». Ipotesi più concrete? Ci sono altri che potrebbero farlo bene, ma non faccio nomi”.
E il ministro Pier Carlo Padoan?
“È un bravo economista, se Mattarella gli desse l’incarico, liberato dalle angherie di Renzi, potrebbe essere un buon premier”.

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