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Scontro in assemblea PD durante il discorso di Renzi

Matteo Renzi ha appena concluso il suo discorso nell’assemblea del PD e, come ci si aspettava non sono mancate le polemiche.

L’ex segretario dem nel suo intervento ha snocciolato i motivi per cui il Pd ha perso, dai temi della campagna elettorale alla legge elettorale:

“Ho sbagliato. Non è l’algida sobrietà che fa sognare un popolo, bisogna dare un messaggio forte.Siamo stati molto sui social e meno sul sociale? Non sono d’accordo, non siamo stati in grado di replicare alle falsità” – poi continua – “La legge sulla coalizione ha rimesso in piedi solo il centrodestra, l’operazione di inseguire Pisapia è stato un errore”

Non manca un accenno sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la sua famiglia, condito da un attacco alla dirigenza:

“Non vi dico che avrei voluto più affetto nei momenti più duro. L’affetto da parte dei militanti c’è stato. Mi sarei aspettata più solidarietà da parte del gruppo dirigente. Io mi sono dimesso e il giorno dopo c’e’ chi ha chiesto dimissioni vere. Richiesta arrivata da gente che non si e’ mai dimessa neanche dalla bocciofila”

In sala qualcuno comincia a protestare e Renzi sceglie di non soprassedere attaccandoli a muso duro:

“State segando l’albero sul quale siete seduti. Continuate pure. Ci rivedremo al congresso. Riperderete il congresso e il giorno dopo ricomincerete a contestare chi ha vinto. Adoro stare sui contenuti e ragionare, so che non tutti sono capaci, vi suggerisco di non cadere nelle provocazioni”

La frecciata è rivolta alla minoranza dem e Renzi lo fa capire ancora meglio quando chiarisce:

“Quando hai il tuo governo e dici che il jobs act non va bene, la buona scuola non va bene, le misure sulle periferie non vanno bene devi votare M5s non Pd. Non si puo’ solo alimentare la divisione, chi contesta aiuta la destra. Basta alle risse da cortile, io nel mio piccolo farò la mia parte. Se fai le primarie e chiami due milioni di persone non è possibile che duecento appartenenti ad una corrente mette tutto in discussione. Scegliete una strada che volete io ci sono, ma se il giorno dopo le elezioni si riparte daccapo il problema non è quando si fa il congresso ma quando si chiude”,

Poi la zampata finale:

“Non è possibile che una corrente di partito indebolisce il leader per avere qualcosa in più. O ce ne rendiamo conto o perderemo la possibilita’ di incidere. La riscossa partira’ se finiremo di prendercela con chi lavora affianco a noi”.