Un governo Sgarbi dove si potrò dare liberamente del “capra”, con tetto per le multe alle querele, e dove siederanno al tavolo dei ministri sua sorella, Gigi Buffon e al Cristoforetti.
Il un articolo sull’edizione odierna del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo delinea un ipotetico governo di Rinascimento: testo scritto -diventato poi partito – da Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti. Lo stesso critico d’arte annuncerà il governo ai giornalisti oggi, accanto al cofondatore del partito a cui spetterà il ruolo ministro del Bilancio e/o del nuovo dicastero in cui confluiranno il Tesoro e i Beni culturali. Gli altri nomi sono Elisabetta Sgarbi. Alla Giustizia, la radicale Rita Bernardini. Agli Esteri un’altra donna: Samantha Cristoforetti. . Alle Finanze, un finanziere: Francesco Micheli. Allo Sport, un altro tecnico inattaccabile: Gianluigi Buffon. Al Turismo, l’italiano più famoso al mondo: Andrea Bocelli. All’Istruzione, Geminello Alvi. All’Ambiente, Daniele Kihlgren, specializzato nel far rivivere gli antichi borghi. Al Commercio estero il miglior cuoco: Massimo Bottura. Alla Salute, la senatrice a vita Elena Cattaneo. Al Lavoro, l’imprenditore di Tecnogym Nerio Alessandri. Unico ministro uscente confermato: Marco Minniti agli Interni.
Lunga la lista dei sostenitori, non si sa se convinti o semplicemente incapaci di dire no: Guido Roberto Vitale, Piergaetano Marchetti (che Sgarbi vorrebbe sottosegretario a Palazzo Chigi, anche se lui ancora non lo sa), Morgan, Odifreddi, Vissani, Alberoni, Abravanel, Cruciani della Zanzara, Luca Barbareschi, Buttafuoco. E ancora: Giancarlo Elia Valori, Guido Maria Brera, Giordano Bruno Guerri, Franco Maria Ricci.
Il programma contiene questi punti: abolire le Regioni; puntare sui piccoli Comuni; dividere i grandi in comunità non superiori ai 200 mila abitanti; pensione a 65 anni per tutti, con possibilità di proroga a 75; «non costruire nulla prima che sia recuperato l’ultimo edificio storico in abbandono». Per lo Sviluppo economico il modello è Slow Food: pensare locale, agire globale; valorizzare le piccole patrie, la bellezza diffusa, i prodotti locali, le eccellenze periferiche.
Staremo a vedere…