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Veltroni attacca Renzi: “Il PD non ha identità”

In una intervista rilasciata a LA REPUBBLICA Walter Veltroni critica Matteo Renzi e lo invita a cambiare passo. Da anni la sinistra ha ormai perso il contatto con gli strati più deboli della società.

Il PD manca di una identità secondo l’ex sindaco di Roma a dieci anni di distanza dal suo discorso al Lingotto quando lanciò la sua candidatura a segretario del PD:

“Da anni la sinistra ha perso, persino nel calore delle parole, la capacita’ di condividere il disagio e l’insicurezza, che ormai ha tratti quasi antropologici, degli strati piu’ deboli della societa’”:

Sull’esito dei ballottaggi è piuttosto netto:

Qualcuno si meraviglia del successo del centrodestra. Io no, perche’ ho sempre avuto la consapevolezza che nel Paese e’ maggioritario. Puo’ non esserlo solo se c’e’ dall’altra parte una grande sinistra riformista, aperta e innovativa. Era questa la sfida del Lingotto”. Il Pd nacque anche per evitare che la sinistra italiana facesse la fine dei socialisti greci o francesi, serviva a non limitarsi alla conquista del consenso in casa propria, ma senza perdere un incardinamento identitario forte. Una forza innovativa, non un indistinto. Non minoritaria, ma di sinistra.

La mancanza di una costruzione di una identità, più che essa stessa, è il punto che maggiormente preoccupare l’ex segretario: un partito riformista che si oppone a certe politiche e vecchie pratiche del centrodestra, invece, ancora ben radicato in molte zone del Paese. Una forza innovativa, come detto, che sia in grado di affrontare i temi caldi che riguardano appunto “gli strati più deboli della popolazione”:

Si rottamano le carcasse di auto, non le persone. Altro conto è il rinnovamento, la selezione non sulla base delle appartenenze correntizie. Mi dimisi da segretario del Pd non certo per la sconfitta alle elezioni sarde, ma contro la logica del correntismo. La situazione non è molto migliorata. Vedo troppi capicorrente e capibastone che danno le carte e giocano al ‘taglia fuori’. Al Lingotto dicemmo: vocazione maggioritaria ma non autosufficienza. Mi auguro che sia possibile costruire un campo largo. Per questo il mio appello a Pisapia è evitare che la soluzione del suo agire sia la nascita di una forza antitetica al Pd. Ci faremmo del male.

In termini politici però il problema più grave rimane quello dell’astensione soprattutto tra i giovani:

Si è rotto qualcosa tra la democrazia e i giovani. Parte degli astenuti sono ragazzi che pensano la politica come orrore o strumento inutile. Dissi allora che la priorità per la sinistra moderna era la lotta alla precarietà. Lo penso ancora. L’idea che entusiasmò tanti giovani stava nella costruzione di un soggetto che non voleva essere né l’ampliamento dei Ds, come qualcuno ha preteso poi di fare, né la prosecuzione della Margherita, come invece sembra essere oggi. I dati elettorali vanno presi nella loro essenzialità. il problema più drammatico si chiama astensione.Abbiamo sindaci eletti con il sostegno del 20 per cento del corpo elettorale. Milioni di cittadini che non sono andati a votare e tra questi una grande parte di elettori di centrosinistra.

Nonostante questo, nonostante le sferzate, Veltroni crede ancora nell’operato di Matteo Renzi a patto che venga mostrato un cambiamento, una programmazione che include la parola magica “inclusione”.

Resta una grande risorsa e non possiamo permetterci di aprire una fase di discussione sulla leadership, ma questo comporta che la leadership mostri la sua dimensione programmatica e che dimostri di aver capito che questa e’ la fase dell’inclusione.

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