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Videomessaggio di Di Maio a Macron: “Facile fare gli europeisti con le frontiere degli altri”

“Caro Presidente Macron, noi non ci conosciamo, non abbiamo mai avuto l’opportunità di conoscerci, ma voglio approfittare della potenza del web per inviarle questo messaggio”. E’ l’inizio di un videomessaggio (sottotitolato in francese) che Luigi DI Maio ha indirizzato a Emmanuel Macron.

“Presidente Macron, dopo la sua vittoria in Francia tutti hanno parlato di vittoria dell’europeismo. Lei è definito un europeista, ma mi permetta di dirle che siamo tutti bravi a fare gli europeisti con le frontiere degli altri, e in particolare con le frontiere italiane“, attacca Di Maio.

“Lei ha detto che non aiuterà l’Italia per 80% di migranti che si trovano nel nostro paese, ovvero i migranti economici. Sta accompagnando molti migranti che trovano sul suolo francese alla frontiera francese con l’Italia, Ventimiglia. Presidente Macron noi ci aspettiamo dai Francesi e dalla Francia ben altro aiuto e supporto rispetto a quello dimostrato da lei è dichiarato da lei”. Noi, continua, “non possiamo permetterci di essere così europeisti come lo è lei, noi abbiamo 9mila chilometri di costa, e l’80 per cento dei migranti che sbarca in Italia sono tutti migranti economici”.

“Circa l’80% dei migranti che arriva in Europa passa per l’Italia, è un calcolo semplice: dei circa 90 mila migranti sbarcati nel 2017, 80 mila sono approdati in Italia. Questo perché l’Italia è alla frontiera dell’Unione Europea, e le coste dell’Italia sono la frontiera dell’Unione Europea. Molte di queste persone vogliono raggiungere il suo Paese, o la Germania, o i Paesi del Nord Europa, ma non gli è consentito perché esiste un ‘muro’ nei Trattati che si chiama ‘Regolamento di Dublino III’ e non consente ai migranti che arrivano in Italia di poter varcare il confine italiano e arrivare in altri Paesi dell’Unione Europea”. A causa del Regolamento di Dublino III, “l’Italia deve farsi carico di questo fenomeno migratorio che ha dei numeri spropositati, da sola. Circa i due terzi di chi arriva in Italia non è un migrante che scappa da persecuzioni o da conflitti, è un migrante economico, e quindi non potrebbe neanche stare qui. Per i trattati internazionali dovrebbe essere rimpatriato. Però questo non avviene, perché le procedure di identificazione sono complesse e lente”.

“Lei sa bene che l’Italia si fa carico per il 98% della spesa dell’accoglienza di tutti questi migranti. Gli italiani l’anno scorso hanno speso circa 4,5 miliardi di euro, a fronte di soli 100 milioni di euro che venivano dall’Unione Europea. Delle briciole. Noi chiediamo all’Unione Europea, all’Europa, di farsi carico non solo di questa spesa ma di questo fenomeno, che inevitabilmente coinvolge per ragioni geografiche l’Italia, che è alla frontiera dell’Unione Europea, ma che proprio perché è un Paese membro deve essere aiutato da tutti”.