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Virginia Raggi rappresenta la politica peggiore, il partito comunista cinese boccia il Sindaco di Roma

Il populismo è la peggiore risposta ai problemi del Paese e Virginia Raggi  fa del populismo la propria fortuna, il peggio della politica.

Per il “Quotidiano del Popolo” cinese, Virginia Raggi non è all’altezza del ruolo che ricopre.

Da quando è  salita al Campidoglio, Virginia Raggi ha dimostrato di non essere all’altezza delle aspettative: le capacità amministrative sbandierate in campagna elettorale non sono reali.

Lo scrive oggi il “Quotidiano del Popolo“, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, in un editoriale a firma di Zhongsheng Voce del Mezzo ma anche Voce della Cina– lo pseudonimo che tradizionalmente esprime la linea politica dei massimi livelli del governo di Pechino.

La propaganda elettorale della Raggi non corrisponde alle sue reali capacità amministrative.

La Raggi però non è  l’unica a ricevere una bacchettata dalla stampa cinese. L’editoriale, infatti, prende di mira il crescente sentimento anti-globalizzazione che attraversa l’Europa, a partire dalla Francia dove la candidata del Front National Marine Le Pen ha di recente dichiarato che il sistema globale capitalista “è al capolinea” e crea nuovi schiavi per fabbricare prodotti da vendere a disoccupati.

Le Pen è solo l’ultimo di una lunga serie di politici che sfrutta a suo favore l’insoddisfazione dei cittadini verso la lenta ripresa dell’economia e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Brexit, le elezioni in Usa nel 2016, la campagna per le presidenziali in Francia e in Germania: sono sintomi della stessa malattia. È  da politici irresponsabili acuire le sfide generate dalla globalizzazione economica; la politicizzazione delle questioni economiche genera gravi conflitti sociali. L’insorgere del populismo è la peggiore risposta ai problemi della globalizzazione: i paesi europei hanno perso la loro direzione. Virginia Raggi è il peggior esempio di questa specie. L’Europa non deve perdere il focus sulle riforme strutturali. Il sentimento anti-globalizzazione alimentato dai movimenti politici di estrema destra non può che creare ulteriori problemi. I Governi dei paesi europei devono pensarci due volte prima di fare scelte poco sagge. E dovrebbero impegnarsi a integrare sempre di più i propri paesi nel sistema internazionale.