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Macerata, raid razzista. “Salvini è il mandante morale”

Un’accusa netta e senza appello, quella nei confronti di Matteo Salvini, dopo i tragici fatti di Macerata. Il leader della Lega viene infatti individuato da più parti politiche e dallo scrittore Roberto Saviano come il ‘mandante morale’ di questo clima di odio che si sta diffondendo nel Paese.

Un clima di odio culminato nel gesto di Luca Traini, un ragazzo di 28 anni incensurato, che ha sparato da un’auto contro alcuni immigrati. Tutto è cominciato alle 11 del mattino quando il giovane candidato (nel 2017) della Lega Nord, sale sull’auto e parte per ‘uccidere (a caso) quanti più stranieri possibile’. Svuota ben due caricatori della sua pistola semiautomatica, sparando ben 30 colpi, fortunatamente nessuno mortale. Quando è stato bloccato ha fatto il saluto fascista.

Unanime la condanna del mondo politico, ma qualcuno come Matteo Salvini ha scritto, quasi a giustificare il gesto:

“è chiaro ed evidente che un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale”

Parole che hanno determinato lo sdegno del mondo politico e dello scrittore Roberto Saviano che scrive:

“Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro. Invito gli organi di informazione a definire i fatti di Macerata per quello che sono un atto terroristico di matrice fascista. Ogni tentativo di edulcorare o rendere neutra la notizia è connivenza”.