Intervistato da La Repubblica, l’ex Premier Prodi ha fornito un’analisi chiara e positiva della vittoria di Macron: il rilancio dell’Europa, la fine dei vertici a senso unico, l’addio ai partiti tradizionali.
Un Romano Prodi soddisfatto e ottimista per il risultato delle elezioni in Francia, quello intervistato da La Repubblica. Non usa mezzi termini l’ex Premier e parla della vittoria di Macron come “un’inversione di tendenza dalla portata storica”. Sia per l’Europa, sia per il funzionamento della democrazia.
Con la salita all’Eliseo dell’europeista Macron, l’Europa unita riacquista un po’ di sicurezza. Di ciò è consapevole l’ex Presidente della Commissione europea. Per Prodi, infatti, in Francia si è consolidata quella logica già manifestatasi in Austria e Olanda. E cioè che quando messi di fronte alla scelta “Europa-non Europa”, nei cittadini “prevale l’istinto di sopravvivenza e la scelta dell’Europa diventa maggioritaria”.
L’ex Presidente del Consiglio, inoltre ha dichiarato che con Macron si apre per l’Europa un nuovo capitolo, in cui sarà possibile “prendere decisioni in grado di fornire risultati concreti”. Primo fra tutti, la fine dei “vertici europei a senso unico, in cui la Merkel dava la linea dottrinaria e gli altri capi di governo facevano le conferenze stampa”. “Il motore franco-tedesco ricomincerà a funzionare con due pistoni, e potrà coagulare il consenso di altri grandi Paesi, come l’Italia e la Spagna, ripristinando la dialettica che ha fatto avanzare l’Europa”. Ha poi aggiunto.
Un altro segnale che arriva dalle presidenziali francesi è la scomparsa dei partiti tradizionali. E, alla domanda se questo è un fenomeno che vale anche per il resto d’Europa, Prodi ha risposto positivamente. (Rilevando l’eccezione della Germania). L’incognita però che ne deriva riguarda la sopravvivenza della democrazia. Ma di ciò Prodi è fiducioso. La stessa vittoria del “liberista alla francese” Macron (come da lui definito) dice che si può fare.