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Da 0 a 10: I numeri del campionato che se ne va

La Serie A 2015-2016 chiude i battenti e lascia certezze e dubbi, ma anche tanti protagonisti, sia nel bene che nel male.

Di Antonio Fioretto 

0 come gli italiani in campo in Inter-Udinese dello scorso 23 aprile. In A non era mai successo. Facciamoci un paio di domande. Perché la stagione finisce, ma i problemi del calcio italiano restano e sono più o meno sempre gli stessi.

1 come il punto che ha condannato il Carpi alla Serie B. Un misero, insignificante punticino che ha fatto la differenza. Gli uomini di Castori vanno applauditi, perché meritavano la Serie A un altr’anno ancora, perché hanno lottato con le unghie e con i denti. Così come merita una lode l’altra neopromossa, il Frosinone, e tutti i suoi tifosi: esempio di cultura sportiva.

2 come gli allenatori del Milan in questa stagione. Mihajlovic esonerato (la più bassa media punti del post Allegri), Brocchi subentrato. L’impressione è quella di una società allo sbando, senza la benché minima consapevolezza delle decisioni che prende. Gli alibi sono terminati. Il Milan non è più il Milan.

3 come le squadre che hanno totalizzato almeno 80 punti: Roma, Napoli e Juve. E’ la prima volta nella storia del nostro campionato. Ora, c’è da chiedersi: troppo forti le prime tre o troppo scarse le altre? Comunque sia, ci siamo divertiti molto più che negli anni scorsi.

4 come la stagione consecutiva di Di Francesco sulla panchina del Sassuolo, che sancirà l’ingresso dei neroverdi in Europa League (a patto che sia la Juve a vincere la coppa Italia e non il Milan) . Nota: rivedere il punto 0. Ecco, il Sassuolo è esattamente l’opposto. Una marea di italiani, tante idee, tanto coraggio e una mentalità da big. Tanto, ma proprio tanto di cappello.

5 come gli Scudetti consecutivi della Juventus. Roba da montarsi la testa. E invece la Juve programma, architetta, costruisce le vittorie che ancora devono arrivare. Dall’eterno Buffon al vispo Dybala, dal consacrato Pogba all’inossidabile Bonucci. I migliori giocatori al servizio di uno dei migliori tecnici, guidati da una delle migliori società. Che le avversarie si diano una mossa…

6 come le bandiere che si ritirano al termine del campionato: Bellini, Pasqual, Di Natale, Toni, Klose e Abbiati. Simboli di una generazione che se ne va, l’ultima senza mercenarismi e l’ultima capace di miscelare pallone e romanticismo. Il calcio (anche quello fanta) non sarà più lo stesso.

7 come i tecnici cambiati da Zamparini in questa stagione. Ballardini verrà ricordato come l’autore di un’impresa, soprattutto per la situazione stagionale, con una media di 1.83 punti nelle ultime sei giornate. Insieme a lui, gli eroi si chiamano Sorrentino, Vazquez, Gilardino, Rispoli, Hiljemark. Tutta gente con gli attributi, che hanno saputo dare stabilità ad uno spogliatoio nonostante il Presidente cambiasse tecnici così come si cambiano i pantaloni, pensando bene di annunciare un proprio possibile addio nel momento più importante della stagione.

8 come le lettere che compongono Montella. Non è un brocco, né tantomeno lo sono i suoi giocatori. Fatto sta che la Samp ha vissuto una delle peggiori stagioni della storia recente. Gioisce, di conseguenza, l’altra metà di Genova: al Gasp smantellano la squadra, ma lui rimette sempre insieme i pezzi e raggiunge sempre la dignità di fine anno.

9 come il numero di maglia del signor Gonzalo Gerardo Higuain, che nonostante tre giornate di squalifica si prende il record di miglior cannoniere della storia della Serie A. 36 gol in 35 partite è qualcosa che non appartiene all’umanità terrena. Ma non solo: il Pipita è andato a segno in 24 diverse partite della Serie A, cosa mai riuscita a nessuno. Chapeau a chi ha creduto in lui dopo la scorsa stagione, chapeau a Sarri che lo ha caricato a pallettoni, chapeau al suo talento.

10 come Francesco Totti. 600 presenze, il record di giocatore più anziano a segnare in Champions, quello di gol in una singola stagione da over38, e poi quello ancora di giocatore con la maggiore età anagrafica a siglare una doppietta in A. Per Roma e per la Roma. Con la maglia della Roma, per sempre.