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Sanremo terza serata, fuori gli sconosciuti

La terza serata è stata la più lunga, forse la più estenuante ma anche la più sobria e scorrevole.

Si parte, come di consueto, con i quattro giovani. Dopo l’eliminazione inspiegabile dei favoriti Marianne Mirage e Braschi avvenuta ieri sera,  il verdetto di oggi sembra convincere di più. Vanno a casa  Tommaso Pini e Valeria Farinacci e passano in finale Lele e Maldestro.

Maldestro con la splendida “Canzone per Federica” ritorna a far sperare che una nuova canzone d’autore si ancora ipotizzabile, con la sua poetica e con quel suo aplomb colto e raffinato, fa quasi venire da pensare che il suo brano possa competere con l’intera rosa dei brani in gara, big compresi.

Dopo un momento amarcord infanzia con il coro dell’antoniano che ha eseguito un medley dei brani più famosi dello zecchino d’oro: Il caffè della peppina, Il valzer del moscerino, Il coccodrillo come fa, Popoff, 44 Gatti e le tagliatelle di nonna Pina, il festival è partito con la gara delle cover:

Chiara canta Diamante di Zucchero ma soprattutto con Ermal Meta che ha regalato un’emozione  eseguendo una versione di rara intensità di “Amara terra mia” di Domenico Modugno.

Difficile staccarsi dall’ancoraggio mentale e dalla affezione per quel gigante che era Modugno ma, l’ex fame di Camilla riesce ad essere convincente e virtuoso anche facendo sfoggio di un falsetto complicato nella parte finale. Infatti vince il premio cover per quest’anno, anche se,  ad essere onesti, Mannoia, Turci e Masini a parte, tra gli avversari c’era ben poco da temere.

Lodovica Comello,  si è esibita in Le mille bolle blu di Mina (senza convincere), difficoltà tecnica mica da ridere e Al Bano ha cantato Pregherò con lo stile che gli è proprio ormai da 40 anni.

Subito dopo si è vista sul palco l’ Orquesta Reciclados de Cateura, formata da ragazzi paraguayani che suonano strumenti costruiti con materiali riciclati in una zona molto disagiata del Paraguay. L’Orquesta suonando in ogni parte del mondo devolve i propri incassi all’unicef.

Fiorella Mannoia interpreta “Sempre è per sempre” di Francesco de Gregori, lo fa magistralmente, con quel suo modo di scandire le parole e il testo, accompagnandolo coi gesti quasi a permettere che le parole che escono dalla sua bocca penetrino l’ascoltatore in maniera prepotente sia a livello sottile che a livello cerebrale. A mio avviso si preannuncia una ipotetica vittoria (?), facile nel panorama desolante di quest’anno.

Alessio Bernabei   propina la sua “Un giorno credi” (E. Bennato)” (esecrabile) e  Paola Turci dona  “Un’emozione da poco” (A.Oxa) mica tanto poco infatti è stata eccezionale.

Dopo il momento “Crozza” ed un godibilissimo show di Mika la gara continua con Gigi D’alessio che ha cantato “L’Immensità” di Don Backy, mentre Francesco Gabbani ha svegliato tutti con una versione ballabile e moderna (bravo!) di “Susanna” di Adriano Celentano, poi Marco Masini un po’ impacciato con “Signor Tenente” di Giorgio Faletti e Michele Zarrillo con “Se tu non torni” di Miguel Bosè.

Elodie ha distrutto totalmente “Quando finisce un amore” di Riccardo Cocciante, mi si dia  atto che, un brano del genere, già pesante e viscerale di suo, affidato ad una interprete che si limita a cantarlo in maniera meccanica senza pathos risulta solo di una noia mortale (ma poi Elodie chi è?).

Samuel ha eseguito “Ho difeso il mio amore” dei Nomadi, mentre Sergio Sylvestre insieme ai Soul System (vincitori dell’ultimo X Factor) ha combinato un pasticcio di accavallamenti ritmici da panico con “La pelle nera” di Nino Ferrer. Infine un bravo Fabrizio Moro ha cantato “La leva calcistica della classe ’68” di Francesco De Gregori e Michele Bravi che ha fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare: cantare Battiato.

A fine serata ricantano i loro brani i 6 big a rischio eliminazione : Ron, Bianca Atzei, Giusy Ferreri, Nesli e Alice Paba, Raige e Luzi e Clementino. Lasciano Sanremo le due coppie formate da Nesli e Alice PabaRaige e Luzi confermando la tesi del sottoscritto: non è che se non sei big e qualcuno (forzatamente e senza meriti) ti impone, poi fai tanta strada… o no?

La mia personale classifica è Turci, Mannoia e Moro, ma si sa, c’è Maria, potrebbe vincere Sylvestre o perchè no Lodovica Comello?

Attendiamo sabato