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Atalanta Napoli – L’Analisi post gara

Il Napoli ieri pomeriggio a Bergamo ha interrotto la sua imbattibilità che durava da inizio campionato. L’Atalanta con tanto agonismo non ha permesso agli Azzurri di esprimere il loro solito calcio, partenopei poco lucidi nella testa e nelle gambe in virtù degli sforzi di metà settimana contro il Benfica.
La sconfitta per 1-0 è figlia sicuramente di molteplici fattori, interconnessi tra loro in maniera abbastanza evidente.

Il Napoli ha iniziato il suo campionato il 21 Agosto, giocando da allora ben 7 partite (di cui 4 fuori casa) più le due gare di Champions. Facendo due calcoli viene fuori un dato facilmente interpretabile: gli Azzurri hanno giocato mediamente ogni 4 giorni, che non costituisce di certo un alibi, ma sicuramente rappresenta un elemento non trascurabile per analizzare l’appannamento fisico palesatosi ieri pomeriggio allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia. In tanti nel dopo partita hanno invocato un turn over più ampio, proprio per fronteggiare la probabile stanchezza che si sarebbe manifestata; in caso di uguale sconfitta probabilmente gli stessi avrebbero accusato Mister Sarri di un turn over eccessivo. Il tecnico segue la squadra giorno per giorno, e nessuno meglio di lui può avere ben chiaro il quadro delle condizioni dei propri giocatori, o no?

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico-tattico, l’Atalanta ha saputo neutralizzare il gioco del Napoli facendo un pressing alto nella fase di non possesso accompagnandolo ad un’attenta copertura delle linee di passaggio; gli Azzurri sono così sembrati una squadra normalissima. Una partita molto simile si è già vista al Luigi Ferraris qualche settimana fa contro il Genoa, quando Juric, discepolo guarda un po’ proprio di Gasperini, ha costretto il Napoli sullo 0-0. In quella occasione Jorginho, mente e motore dell’azione Partenopea, veniva puntualmente preso a uomo, cosa che si è verificata spesso anche ieri.
E’ ormai noto che il play del Napoli è uomo chiave nello sviluppo dell’azione e ne sono consapevoli soprattutto i tecnici del Campionato di Serie A che non disdegnano stratagemmi atavici per arginare la manovra napoletana. Sarri la contromossa l’ha studiata; è Hamsik ad abbassarsi dopo aver ricevuto il pallone dai centrali di difesa, ma è ovvio che per fare questo c’è bisogno di grande applicazione e concentrazione perché è inevitabile che la squadra in un certo senso si snaturi. Tale accorgimento è riuscito benino a Genoa ma male ieri, dove quasi tutti i giocatori partenopei erano fuori fase ed aiutavano poco soprattutto in fase di uscita. Quando capitano giornate del genere, è difficile sovvertire il corso naturale degli eventi.

Sarri ha provato a scuotere i suoi nel finale con il cambio modulo, 4-2-4 e dentro Gabbiadini per un centrocampista. La mossa però non ha prodotto i risultati sperati, ingolfando e rendendo ancora più prevedibile la manovra Azzurra che fino a poco prima del cambio risultava tutto sommato piacevole in virtù anche del prevedibile calo fisiologico avuto dagli orobici nel secondo tempo. Probabilmente la scelta del tecnico toscano è stata più disperata che preparata e studiata durante gli allenamenti della settimana.
E’ proprio in questo aspetto che dovrebbe migliorare il Napoli, cioè essere in grado di sparigliare le carte nel momento in cui l’avversario sa precisamente come neutralizzare le giocate.

La sosta arriva probabilmente nel momento più adatto: Sarri potrà integrare definitivamente tutti i giocatori che ad oggi non hanno avuto tantissimo spazio per via dei tardi arrivi estivi, e quindi contare su più alternative. Inoltre la squadra potrà recuperare le energie spese in questo pesante scorcio iniziale di stagione e collaudare, appunto, con l’aiuto del Mister varianti di gioco a gara in corsa da utilizzare quando c’è da ribaltare il risultato.